Riforme costituzionali, quanto valgono i risparmi

11/08/2016 di Redazione

Riforme costituzionali, quanto vale il risparmio garantito dall’eventuale vittoria del Sì al prossimo referendum costituzionale? I sostenitori del Ddl Boschi parlano di 500 milioni di euro, mentre i contrari minimizzano il loro impatti a una riduzione di spesa pari a poco più di 50 milioni. Benchè probabilmente nessuno dei due abbia ragione, l’Italia ha speso oltre 800 miliardi di euro negli ultimi 6 anni, con tendenza all’aumento, e di conseguenza gli eventuali risparmi appaiono sostanzialmente irrilevanti.

I RISPARMI DELLE RIFORME COSTITUZIONALI SECONDO MATTEO RENZI E  MARIA ELENA BOSCHI

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi così come ministro delle Riforme costituzionali Maria Elena Boschi hanno quantificato i risparmi garantiti dalla riforma costituzionale in 500 milioni di euro. In un intervento alla Camera dei Deputati svoltosi a inizio giugno Maria Elena Boschi, in risposta a un’interrogazione  a risposta immediata del gruppo di Sinistra Italiana, aveva così suddiviso il sollievo per il bilancio dello Stato. Riduzione del 33 per cento delle indennità parlamentari pari a 80 milioni di euro l’anno, a cui aggiungere 70 milioni di euro l’anno grazie alla riduzione delle attività del nuovo Senato delle autonomie. Il ministro Boschi quantifica in 320 milioni di euro il risparmio ottenuto con la non elettività degli incarichi istituzionali nelle province, a cui aggiungere altri 20 milioni portati dalla soppressione del Consiglio nazionale per l’Economia e per il Lavoro.

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I RISPARMI DELLE RIFORME COSTITUZIONALI SECONDO LA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO

Un documento elaborato dalla Ragioneria generale dello Stato per il ministero delle Riforme costituzionali ha stimato 57 milioni di euro circa di risparmi dalla trasformazione del Senato della Repubblica introdotta dal Ddl Boschi. La riduzione delle indennità parlamentari , con conseguente annullamento della diaria, garantirebbe 49 milioni di euro di risparmi, una cifra pari al 9% del costo di funzionamento complessivo del Senato. La voce di bilancio più ampia di Palazzo Madama è ovviamente il personale, che non viene toccata dalla riforma Boschi. La Ragioneria generale stima invece il risparmio garantito dalla soppressione del Cnel in 8 milioni di euro. I risparmi ottenuti con la trasformazione delle Province ed eventuale soppressione non sono invece indicati, perchè non stimabili.

LE RIFORME COSTITUZIONALI E LA SPESA PUBBLICA ITALIANA

Le stime di risparmio fornite da Renzi e da Boschi differiscono da quanto elaborato dalla Ragioneria dello Stato di poco più di 100 milioni di euro. Appare invece sbagliato affermare come la soppressione delle retribuzioni per gli incarichi politici all’interno delle Province, deciso dalla cosiddetta legge Delrio del 2014, sia attribuibile al Ddl Boschi. Si tratta di un intervento dello stesso Governo, ma diverso dalla riforma costituzionale. La disputa tra 500 e 50 milioni di euro è però piuttosto fuorviante. Dal 2009 al 2015 la spesa pubblica nel nostro Paese ha superato 800 miliardi di euro. Le uniche due voci che si sono ridotte sensibilmente, ovvero con flessioni nell’ordine di alcuni miliardi di euro, sono la spesa in investimenti fissi lordi e quella in interessi passivi sul debito. Le riforme costituzionali, al di là del possibile effetto sul Pil davvero difficile da ipotizzare, garantirebbero sia per i sostenitori che per gli avversari risparmi da zero virgola.

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