Renato Schifani torna da Berlusconi in Forza Italia

04/08/2016 di Alberto Sofia

Un ritorno dal Cav, per una riconversione sulla strada di Arcore. A due settimane dalla scelta di dimettersi dall’incarico di capogruppo di Area popolare (Ncd-Udc), in polemica con la scelta centrista di Angelino Alfano, Renato Schifani torna in Forza italia.

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RENATO SCHIFANI TORNA IN FORZA ITALIA

L’ex presidente del Senato aveva già militato nel partito berlusconiano per 14 anni, dal 1995 al 2009, poi nel Pdl fino al novembre 2013. Fu allora che, quando Silvio Berlusconi rilanciò la sua vecchia creatura passando all’opposizione del governo Letta, Schifani seguì la scissione dei “diversamente berlusconiani“, in piena lotta in casa azzurra tra i “falchi” (di allora) Verdini e Fitto e le “colombe” alfaniane.

Una truppa filo-governativa, quella di Alfano e Schifani, che fondò quel Nuovo centrodestra oggi già in piena implosione, al di là delle smentite dello stesso capo del Viminale. E dei tentativi di nascondere (invano) i malumori tra i gruppi parlamentari sulla strategia politica. Perché se dopo due anni di governo Renzi e flop elettorali il ministro guarda ormai verso un quarto polo centrista, con quel Denis Verdini ora passato alla corte renziana, il sindaco di Verona Flavio Tosi, quel che resta di Scelta civica di Enrico Zanetti e un pezzo di Udc, Schifani torna invece al passato. Verso una prospettiva di centrodestra già concordata in un vertice proprio ad Arcore, ancora dal Cav, pochi giorni prima dello strappo con Alfano. Un divorzio ora ufficiale, con Schifani che riabbraccerà il vecchio leader, due anni e mezzo dopo.

Un ritorno che in casa azzurra ora esaltano. Schifani ha «continuato a coltivare le radici e i valori fondativi di FI, tanto da essere indotto al gesto di abbandono della sua importante carica nel momento in cui ha riscontrato una divergenza insanabile tra l’indirizzo politico di Ap ed il suo pensiero», si legge in una nota di Forza Italia. Un comunicato nel quale si precisa come lo stesso Silvio Berlusconi abbia accolto «con favore» la disponibilità di Schifani a tornare nel partito azzurro.

Nessuna carica, al momento: «Schifani si è impegnato a dare il proprio massimo contributo per le iniziative politiche di Forza Italia». Ma già da settimane il nome dell’ex capogruppo di Ap rimbalza come possibile candidato presidente in vista delle Regionali del prossimo anno in Sicilia.

NON SOLO SCHIFANI. PURE ANTONIO AZZOLLINI TORNA IN FORZA ITALIA

 

L’auspicio, dentro Fi, è che a seguire Schifani siano ora gli altri dissidenti di Ncd, da big come Formigoni a senatori come Esposito. Al momento, in coppia con Schifani arriverà però solo Antonio Azzollini, altro ribelle della truppa alfaniana al Senato. «Chi ritiene che sia fondamentale per la politica e per l’economia la ricostruzione di un centrodestra forte e coeso non può che far riferimento a FI e a Berlusconi», ha attaccato il senatore. Addii che fanno scendere il gruppo di Area popolare a Palazzo Madama da 31 a 29 componenti. Ormai in piena implosione.

QUEI CONTATTI TRA ALFANO E PARISI

Certo, il gruppo di Alfano resta tra “color che son sospesi” in tema di alleanze. Perché se il ministro dell’Interno a settembre lancerà il nuovo contenitore centrista, dopo aver lanciato con l’Ala di Verdini, tosiani, Sc e pezzi di Udc i comitati congiunti dei centristi per il sì al referendum costituzionale, Alfano non chiude la porta nemmeno allo stesso Berlusconi. Anche perché, rispetto alla linea oltranzista di Renato Brunetta e dei vecchi colonelli, la svolta di Stefano Parisi, incaricato dal Cav di resettare e andare oltre Forza Italia, è molto più vicina alle posizioni centriste e antilepeniste di Alfano. Pesa, oggi, la posizione differente sul referendum costituzionale. Con l’ex ad di Fastweb con FI schierati sul no, mentre gli alfaniani sul ““. Domani, chissà. Perché è chiaro che il verdetto delle urne di novembre sarà decisivo. Per il destino della legislatura. Quanto per le alchimie sulle alleanze.

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