La storia del Movimento 5 stelle che salva Ciarrapico per fare un dispetto a Napolitano

25/07/2016 di Redazione

C’è una storia particolare, sfuggita ai più, andata in scena mercoledì 20 luglio. Il Movimento 5 stelle ha salvato Giuseppe Ciarrapico dai giudici di Campobasso che lo volevano incriminare. Il caso è raccontato da Franco Bechis su Libero:

Ciarra, imprenditore simbolo della Prima repubblica quando muoveva ogni passo a fianco di Giulio Andreotti, protagonista del “Lodo Mondadori” fra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti… (…) Eppure nel graziare il Ciarra è stato fondamentale proprio il M5S, perché a proporre la concessione dell’immunità è stato il relatore grillino Vito Crimi e a invitare l’aula a quella grazia è stato apertamente il senatore dello stesso partito Maurizio Buccarella. Ciarrapico era accusato di un reato di opinione, ed è stato protetto dallo scudo dell’articolo 68 della Costituzione. A procedere contro di lui era stata la procura di ufficio, con l’accusa di «offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica» per un articolo vergato dall’allora senatore su un giornale – Oggi Nuovo Molise . di sua proprietà in cui scriveva che «Giorgio Napolitano è l’espressione di quel perfetto comunismo compiuto che non ha mai amato i valori della Patria, di dovere militare, di adempimento al proprio dovere», per commentare sul rinvio chiesto dall’allora presidente del rientro delle salme dei parà uccisi a Kabul perché lo stesso Napolitano era impegnato in una visita istituzionale in Giappone. 

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Per assolvere il Ciarra, Crimi ha scoperto una sua interrogazione parlamentare presentata il 22 settembre 2009, stesso giorno della pubblicazione dell’articolo, ritenendo il legame temporale fra le due cose «quantomai intenso ed eclatante». Naturalmente l’articolo di giornale deve esser scritto il giorno prima della sua pubblicazione, e quindi non poteva essere la divulgazione di un atto parlamentare che quel giorno non esisteva ancora. Probabilmente il Ciarra lo ha presentato apposta, essendosi reso conto di rischiare qualcosina con quell’articolo. I grillini sono cascati nella trappola, e non avrebbero dovuto concedere l’immunità. Ma è stata più forte l’idea di fare un dispetto a Napolitano… 

(foto copertina ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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