Beppe Grillo non vuole più fare il garante del Movimento 5 stelle?

22/07/2016 di Redazione

Beppe Grillo vuole fare un passo di lato. Molto lungo. Come spiega Ilario Lombardo su La Stampa il leader M5S vuole evitare la valanga di risarcimenti economici degli espulsi dal Movimento. Essendo lui garante dovrà rispondere legalmente sulle cacciate. Quindi, secondo un retroscena del quotidiano torinese, non è escluso che nel nuovo non statuto il genovese non figuri più a comando della macchina pentastellata.

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Riporta La Stampa:

Il capitolo più delicato resta quello delle epurazioni. Non è sicuro che le nuove regole avranno valore retroattivo sulle passate espulsioni. Grillo lo sa bene e ha intuito quali potranno essere le conseguenze, soprattutto economiche. Con centinaia di espulsi con cui fare i conti, i ricorsi potrebbero essere a Con centinaia di espulsi con cui fare i conti, i ricorsi potrebbero essere a valanga, e i risarcimenti pure. E neanche a lui sarà sfuggita la voce di parlamentari e attivisti pronti a chiedere i danni. «Ragazzi – è il senso del suo ragionamento – sono io che ci vado di mezzo, e a me che chiederanno i risarcimenti». Il comico, che già ha speso tanto, in soldi e in sforzi personali, per il Movimento, non vuole rimetterci più di tasca propria. Ecco perché ha chiesto una revisione del proprio ruolo di leader. Oggi Grillo è garante delle regole del Movimento e presidente dell’Associazione da cui origina il M5S registrata nel 2013 davanti a un notaio di Cogoleto.

Beppe Grillo, come abbiamo già sottolineato in passato e in tempi non sospetti, è il garante del Movimento. Nel giorno del suo 68mo compleanno ha riunito a Genova il direttorio del M5S. I primi ad arrivare – spiega Lomabrdo – sono stati Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico. Una occasione questa per parlare della futura architettura del Movimento. Con un passo di lato: quello definitivo.

Ma esiste anche l’idea di cedere la proprietà a Rousseau (il cui logo è stato registrato dalla Casaleggio Associati). Una novità parziale, visto che già nel corso della kermesse Italia 5 Stelle a Imola, Grillo aveva dichiarato la volontà di donare al Movimento il logo. Non è un caso che proprio ieri il nuovo simbolo del M5S — quello che non comprende più il nome di Grillo — abbia terminato il suo iter di registrazione all’ufficio marchi europeo e che ora l’Associazione possa gestirne il suo destino fino al 2025. Quello che è certo è che tra deputati e senatori sta serpeggiando una suggestione: quella di legare il possesso del simbolo al futuro candidato del Movimento alla presidenza del Consiglio.

Nell’incontro si è parlato anche di Pizzarotti. Sono tanti gli scenari in vista. Il sindaco di Parma potrebbe esser espulso a fine settembre, alla presentazione del non statuto in Italia 5 stelle a Palermo oppure potrebbe esser reintegrato. Nel secondo caso però da Parma dettano delle condizioni precise. La prima è che Di Maio si presenti nella città emiliana. Il vicepresidente alla Camera, referente per i comuni M5S, ha finora fatto orecchie da mercante all’appello del primo cittadino.

(foto ANSA/ ANGELO CARCONI)

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