Il Senato salva (in segreto) Berlusconi. No all’uso delle intercettazioni per il Ruby Ter

20/07/2016 di Redazione

Nel voto segreto, il Cav viene graziato. Con Pd e M5S che si rimpallano la responsabilità e si accusano a vicenda. Silvio Berlusconi è stato salvato da Palazzo Madama, con i senatori che hanno votato contro la richiesta di utilizzo delle intercettazioni telefoniche tra il leader di Forza Italia e le “Olgettine”, nell’ambito del processo Ruby Ter. Quello in cui l’ex premier e una ventina di ragazze sono accusati di corruzione in atti giudiziari.

SILVIO BERLUSCONI GRAZIATO DAL SENATO: NO ALL’USO DELLE INTERCETTAZIONI

Centoventi sono stati i voti favorevoli, centotrentacontrari, otto gli astenuti. La giunta per le immunità parlamentari invece aveva chiesto il via libera all’autorizzazione. 

Hanno disertato il voto, come riporta l’Ansa, 4 senatori del Pd; 3 di Forza Italia; 6 del M5S, 3 di Ncd e 1 di Ala.

Subito dopo il voto è stata sospesa la seduta tre le polemiche incrociate tra la truppa parlamentare pentastellata e quella dem. Dall’ala dei fedelissimi renziani è stato il presidente della Commissione Cultura a Palazzo Madama, Andrea Marcucci, a scagliarsi contro i pentastellati: «Prove di alleanza in Aula tra il M5S e le destre. Ora insieme uniti dal voto segreto a difesa di Berlusconi, domani contro il referendum». 

E ancora: «Forza Italia insieme a M5S per rinviare il voto sull’immunità a Giarrusso. Ringraziamento per il voto su Berlusconi?», si attacca dal gruppo Pd.

Attacchi al quale hanno replicato dal fronte M5S rispedendo al mittente le stesse accuse: «Pd salva Berlusconi e accusa il M5S. La prima gallina che canta ha fatto l’uovo», ha replicato Morra.

morra

LEGGI ANCHE

SILVIO BERLUSCONI GRAZIATO DAL SENATO, ACCUSE PD-M5S

Da Forza Italia, invece, cantano vittoria: «Affermati finalmente i principi della Costituzione e del diritto alle garanzie processuali come riconosciuto dal codice di procedura penale. Le garanzie sono un valore non negoziabile e devono valere per tutti», è la replica di Paolo Romani, capogruppo azzurro.  

Silvio Berlusconi potrebbe aver anche beneficiato del riavvicinamento di un pezzo del Nuovo centrodestra all’area forzista, dopo la ribellione interna tutt’altro che sedata da Alfano e lo strappo di Renato Schifani, che si è dimesso da capogruppo in polemica con il ministro dell’Interno.

Il fascicolo in esame al Senato comprendeva 12 intercettazioni. Si tratta di conversazione relative al 2012, quando Berlusconi era ancora parlamentare. 

Share this article