Incidente treni Puglia, la pista dell’errore umano

13/07/2016 di Donato De Sena

Già poche ore dopo l’incidente ferroviario in Puglia, avvenuto ieri lungo la linea della Ferrotramviaria (Ferrovie Bari Nord) Corato-Andria la pista dell’errore umano è stata considerata più plausibile. È quanto si evince anche dalla ricostruzione dei fatti pubblicata oggi su Repubblica. La tragedia è avvenuta su un binario unico con due convogli che per partire hanno bisogno di un fonogramma e una paletta, proprio come avveniva 60 anni fa.

 

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INCIDENTE TRENI PUGLIA, LA PISTA DELL’ERRORE UMANO

La stazione di Andria e quella di Corato sono lontane 17 km, ovvero 10 minuti di viaggio. Quando un treno parte i ferrovieri in divisa devono dare comunicazione ai colleghi dell’altra stazione di tenere il treno fermo in stazione e di dargli il via libera per partire solo all’arrivo della vettura. È il punto di scambio. Ma le comunicazioni si stabiliscono attraverso una strumentazione vecchia di alcuni decenni, con dei pulsanti colorati e una vecchia stampante. È una comunicazione via fonogrammi. Racconta Giuliano Foschini:

Il treno Et 1018 partito da Bari alle 10,42 e in arrivo a Barletta alle 11.50 arriva alla stazione di Corato alle 11,35 con circa 8 minuti di ritardo. Non è la sola vettura fuori orario: dall’inizio della mattinata ci sono stati problemi sulla rete dovuti ad alcuni lavori in corso. Il capostazione di Corato invia ad Andria (o almeno così sembra) il fonogramma indicando la partenza con il ritardo, aziona il verde, tira su la paletta e fa partire il treno. Qualche minuto dopo nella stazione di Andria arriva in perfetto orario alle 11,37 l’Et 1023 partito da Barletta alle 11,24 e diretto a Bari alle 12,34.

Dall’altra parte è in arrivo l’altra vettura. Secondo le prime rilevazioni entrambi i treni viaggiavano a 80-90 chilometri orari, i macchinisti così come previsto li conducevano al pieno della velocità. Nessuno poteva sapere che l’altro stava sopraggiungendo. Su quel tratto di linea, seppur a binario unico, non esiste infatti alcun sistema automatico di controllo. La sicurezza è affidata esclusivamente all’abilità dei macchinisti (ma il tratto dello scontro è subito dopo una curva) e appunto ai due capistazione.

(Foto di copertina: Ansa / Luca Turi)

 

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