Ciccio Bucci, il capo ultrà della Juve che aveva ‘tradito’ la curva per società e forze dell’ordine

12/07/2016 di Redazione

Raffaello Bucci, detto Ciccio, il tifoso della Juventus che la scorsa settimana si è suicidato gettandosi da un viadotto dell’autostrada Torino-Savona, poco dopo aver testimoniato sull’inchiesta sui legami tra ultrà e ‘ndrangheta, probabilmente si è tolto la vita anche per l’accusa di tradimento rivoltagli dai vecchi compagni della curva.

CICCIO BUCCI, VOGLIA DI EMERGERE DAL TIFO

Gli altri supporter bianconeri lo avrebbero accusato di non fare gli interessi della curva. E lui avrebbe cominciato a temere anche di perdere il ruolo avuto dalla società. La sua storia viene ricostruita oggi da Jacopo Ricca sulle pagine torinesi di Repubblica. Ciccio Bucci arrivava dal tifo ma voleva spiccare il volo verso la squadra:

Arrivava dal tifo, ma voleva spiccare il volo verso la squadra. Un desiderio che gli aveva attirato qualche nemico e potrebbe essere all’origine della scelta di farla finita dopo che il suo nome era comparso nelle carte dell’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella curva sud dello Juventus Stadium. Gli inquirenti vogliono capire cosa lo abbia convinto che non c’erano alternative per lui che, già in passato, era stato minacciato da altri ultras.

 

Come la ‘ndrangheta è entrata nella curva della Juventus

 

CICCIO BUCCI, INCARICO DALLA SOCIETÀ

Ciccio Bucci già nel 2014 era sparito per qualche mese dallo stadio, sembra dopo un contrasto con il leader storico dei Drughi ‘Dino’ Mocciola. Un anno fa la società juventina lo aveva promosso affidandogli l’incarico di consulente per la sicurezza della biglietteria. Un ruolo non irrilevante, considerando che gli permetteva di avere sotto controllo l’affare ghiotto della gestione dei biglietti a prezzo maggiorato e di tenere in equilibrio i delicati rapporti tra società, curva e forze dell’ordine. Racconta ancora Jacopo Ricca su Repubblica:

Nella primavera 2014 sparisce dalla curva e smette di essere il referente dei Drughi. Dietro la scelta ci sarebbero dissidi con Mocciola e l’accusa di altri supporter, di non fare più gli interessi del gruppo. È in quel periodo che inizia a comparire il nuovo gruppo dei “Gobbi”, sostenuto dai boss della ‘ndrangheta Rocco e Saverio Dominello e da quel Fabio Germani (tutti in carcere dopo l’operazione antimafia della scorsa settimana) che è fondatore dell’associazione “Italia Bianconera”, ma che all’interno della curva è da sempre considerato uomo vicino alla società, e anche a una parte della proprietà della squadra. Minacce e violenze convincono Bucci che la “terra di sotto” non fa più per lui.

CICCIO BUCCI, ACCUSE DALLA CURVA

Ciccio Bucci è poi ritornato come braccio destro dell’Event manager della Juve Alberto Pairetto. figlio dell’ex designatore arbitrale Pierluigi:

Niente lo tiene però lontano dal suo amore per i i bianconeri tanto che all’inizio del 2015-2016 ricompare come “uomo Juve” nella terra di mezzo: ufficialmente è dipendente della Telecontrol, ma in realtà svolge un ruolo simile a quello dello Slo, il supporter liason officer bianconero. Bucci si occupa degli ultras e della gestione delle situazioni difficili legate alle partite, mentre Pairetto, in questa veste cura i club e i tanti tifosi sparsi per il mondo. Bucci in questo anno si guadagna la stima della società. L’inchiesta penale però lo riporta indietro, in basso nella terra di sotto e lui si trova con le spalle al muro: rifiutato dai vecchi compagni per cui è «un infame che parla con la polizia e non fa gli interessi dei tifosi», teme anche di perdere il ruolo avuto dalla Juve. I suoi sforzi per emanciparsi dagli ultras, senza scontentare nessuno, compresi i boss della ‘ndrangheta, non sono bastati. Così capisce, o gli fanno capire, che l’unica soluzione è togliersi la vita.

(Immagine da Facebook. Pagina fan: Drughi Ultrà Curva Sud)

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