La prima guerra intestina di Virginia Raggi. Contro Acea

04/07/2016 di Redazione

La prima guerra intestina da quando è stata eletta sindaco di Roma Virginia Raggi la sta combattendo con l’Acea, l’azienda di servizi per la gestione della rete idrica controllata dal Campidoglio. Il primo cittadino ha sfidato la società due giorni fa con una lettera pubblicata sulla sua pagina personale Facebook per chiedere chiarimenti su alcune nomine firmate tre giorni prima del ballottaggio. Questa mattina incontrerà la presidente Catia Tommassetti, l’ad Alberto Irace e lo staff legale di Acea. L’azienda non ha gradito l’ingerenza del nuovo sindaco e ha preannunciat una replica «civile ma ferma». Ne parla oggi Mauro Favale sul Messaggero:

L’intenzione è quella di rispondere con un’altra lettera dai toni «civili ma fermi» alla sindaca che sabato pomeriggio ha scritto ai vertici di Acea chiedendo «chiarimenti» su una serie di nomine dirigenziali firmate tre giorni prima del ballottaggio. Finora la risposta di Acea è stata solo fatta filtrare ai giornali: nessuna nomina, si tratta solo di incarichi temporanei, di due dirigenti interni che vanno a colmare un vuoto amministrativo, senza alcun costo e in attesa di nuove disposizioni.
Ora, però, serve una risposta formale a una lettera che in Acea non hanno preso bene. Sia per i contenuti che per la forma. In azienda si parla esplicitamente di «gaffe» della sindaca se non addirittura di «ingerenza» su una materia che non competerebbe ai soci ma spetterebbe, appunto, all’organizzazione interna. Ma anche la forma non è piaciuta, quella pubblicazione immediata sulla pagina Facebook personale della sindaca che ha postato la foto della lettera con questa chiosa: «Iniziamo a fare ordine».

 

Virginia Raggi e la cena con Luigi Di Maio

 

 

La guerra intestina in realtà va avanti da mesi e quello degli ultimi giorni sembra essere solo l’ultimo capitolo dello scontro. Già in campagna elettorale, inteperellata sull’argomento, Virginia Raggi aveva paventato un cambio ai vertici della municipalizzata. Parole che, secondo i soci di minoranza di Acea, avevano causato un crollo del titolo in Borsa. Le prossime ore ci diranno se ci sarà un nuovo cambio del consiglio di amministrazione. Quello in carica, figlio dell’amministrazione Marino, scade nel marzo del prossimo anno. La scelta non è semplice. Come ricostruisce ancora Favale sul Messaggero, quando l’amministrazione di Ignazio Marino sostituì il managment scelto dal precedente sindaco Gianni Alemanno, l’ex presidente fece causa all’azienda chiedendo i compensi fissi e variabili che avrebbe percepito per l’intero incarico. A maggio il tribunale gli ha dato ragione, condannanto Acea a pagare 839mila euro. E si attendono i verdetti su altri tre membri del cda.

(Foto: ANSA / GIORGIO ONORATI)

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