Viaggi in Gran Bretagna, costo dei voli e documenti: cosa cambierà con la Brexit

Cosa cambia per chi viaggia o intende viaggiare in Gran Bretagna dopo la vittoria del Leave al referendum sulla Brexit? È una domanda ricorrente in queste ore. L’addio all’Unione Europea deciso nelle urne dai cittadini del Regno Unito rischia infatti di stravolgere le abitudini di milioni di passeggeri che ogni anno si muovono dai Paesi Europei e dal resto del mondo verso Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord. Nel breve periodo però, tutto resterà invariato.

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BREXIT E VIAGGI IN GRAN BRETAGNA, NECESSARIO IL PASSAPORTO

Al momento gli italiani possono continuare a recarsi in Gran Bretagna munito solo di una carta d’identità valida per l’espatrio. Quando l’uscita del Regno Unito dall’Ue verrà formalizzata sarà poi necessario il passaporto (in virtù dell’uscita dallo spazio Schenghen). Non ci sarà nessuna novità entro la fine dell’estate: chi ha già organizzato e prenotato le vacanze in Inghilterra, Galles, Scozia o Irlanda del Nord non dovrà assolutamente rivedere i suoi piani. Per quanto riguarda la Repubblica d’Irlanda, invece, membro dell’Unione Europea, va precisato che resterà sufficiente sempre solo la carta d’identità anche dopo l’addio dei britannici.

BREXIT E VIAGGI IN GRAN BRETAGNA, VOLI E TELEFONATE PIÚ COSTOSI

Con la formalizzazione del Brexit le novità non riguarderanno solo i documenti dei viaggiatori. Ci saranno ripercussioni negative anche sui costi dei voli. Gli accordi comunitari permettono a qualsiasi compagnia aerea dell’unione Europea di operare senza limiti di frequenza, capacità o prezzo nello spazio aereo continentale. La compagnia aerea low-cost Ryanair ha già fatto sapere che rischia di non poter più assicurare collegamenti tra Regno Unito e resto d’Europa come compagnia irlandese, e che è dunque pronta a sportare la sua capacità altrove se la Gb non garantirà una crescita. Kenny Jacobs, direttore marketing di Ryanair, ha previsto che le tariffe aumenteranno e che l’uscita dall’Ue avrà un impatto sugli investimenti. L’amministratore delegato Michael O’Leary ha ricordato: «Il mercato unico ha consentito a Ryanair di promuovere la rivoluzione dei voli a basso costo in Europa». Altro costo aggiuntivo per i viaggiatori dopo la formalizzazione della Brexit sarà probabilmente quello delle telefonate. Negli ultimi anni l’Ue ha armonizzato a livello europeo gli oneri per l’utilizzo dei cellulari, come pure le norme per ottenere rimborsi in caso di ritardi o cancellazione di voli.

BREXIT E VIAGGI IN GRAN BRETAGNA, TEMPI LUNGI PER L’ADDIO

Ma quanto tempo occorre per l’uscita formale della Gran Bretagna dall’Unione? la possibilità è contemplata dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona, che finora non è mai stato utilizzato. Nella storia dell’Ue non c’è nessun precedente. La sola certezza è che la Brexit comporterà un percorso molto lungo e complesso, di almeno 2 anni dal momento in cui verrà fatto scattare l’articolo di addio. E potrebbe estendersi fino a circa 10 anni se si tengono in considerazione anche i rapporti da rinegoziare tra Regno Unito ed Europa. Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, nei giorni scorsi ha parlato di «7 anni almeno». Il governo britannico di «un decennio o più». Nel dettaglio l’articolo 50 del trattato di Lisbona (il documento fondamentale dell’Ue) prevede che uno Stato può notificare al Consiglio europeo la sua intenzione di separarsi dall’Unione e un accordo di ritiro sarà negoziato tra l’Ue e lo Stato. I trattati cessano di essere applicabili allo Stato a partire dalla data del contratto o, in mancanza di esso, entro due anni dalla notifica, a meno che lo Stato e il Consiglio europeo siano d’accordo nel prorogare tale termine. L’accordo viene concluso a nome dell’Ue dal Consiglio e stabilisce le modalità per l’uscita, tra cui un quadro per le future relazioni tra lo Stato e l’Unione (ad esempio i rapporti commerciali).

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit: Anthony Dehez / Belga via ZUMA Press)

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