Beppe Sala e la madre della candidata Pd che «inneggia alla jihad» su Facebook

14/06/2016 di Redazione

Ancora polemiche sulla candidata per Beppe Sala a Milano con il Pd. Il Giornale parla del profilo Facebook della mamma di Sumaya Abdel Qader, a nome “Zubayda Khalil”, dove «inneggia alla “resistenza”, a Hamas e alle brigate Ezzidin al-Qassam, braccio armato dell’organizzazione islamista».

Riporta il Giornale:

Nel profilo della Khalil compaiono uomini in mimetica, armati di mitra, lanciarazzi, incappucciati e con le immancabili fascette dei martiri legate in fronte. In un altro post dove vengono ritratti tre “martiri”, la Khalil invoca la vendetta divina contro le spie ignote che hanno portato alla loro morte. I tre personaggi sono niente meno che Raed al-Attar, Mohammed Abu Shamalah e Mohammed Barhoum, tre comandanti militari di Hamas. I tre erano ricercati sia da Israele che dall’Egitto; al- Attar era tra l’altro considerato uno degli organizzatori del sequestro di Gilad Shalit. Non mancano poi le immagini dei leader storici di Hamas, Khaled Meshaal, Ismail Haniyeh e Raed Salah.

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SUMAYA ABDEL QADER E LE POLEMICHE SULLA SUA CANDIDATURA

Eppure, occorre ricordarlo, Sumaya Abdel Qader fu criticata e minacciata in rete da estremisti musulmani. Non solo: la sua candidatura suscitò già qualche polemica dentro il Pd meneghino. Ne parlò al tempo Il Foglio: 

Sumaya Abdel Qader, nata a Perugia 38 anni fa da genitori immigrati giordano-palestinesi, leader affermata della galassia Ucoii – l’unione delle comunità islamiche italiane cresciute nell’alveo dei Fratelli Musulmani – che sembra saper strumentalizzare al meglio le incongruenze del Pd. Il comune di Milano ha indetto un bando per una moschea, condotto con mano maldestra dall’assessore uscente al Welfare e capolista del Pd, Pierfrancesco Majorino. Un bando che si è trasformato in un guazzabuglio grazie al quale il Pd ha subìto passivamente i dissidi interni fra i dirigenti della moschea di viale Jenner e il Caim, il Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano, Monza e Brianza, guidato da Davide Picardo, membro del European Muslim Network presieduto da Tariq Ramadan e figlio di Hamza Picardo (ex dirigente dell’Ucoii). Una vicenda controversa combattuta a colpi di contenziosi giuridici, che alla fine si è conclusa con un nulla di fatto. Ispirando addirittura un surreale dibattito al teatro Franco Parenti sulla moschea che non c’è (né forse a questo punto ci sarà mai).

«A questo punto – spiega il Giornale – Beppe Sala e Sumaya Abdel Qader dovrebbero fornire subito delle spiegazioni più che esaustive, visto che gli elementi che emergono, gli ultimi dei quali di una certa gravità, iniziano ad accumularsi, mettendo in discussione la presentabilità della candidata Pd».
Per ora il Pd di Milano non replica al pezzo della testata. Sumaya, al primo turno, ha preso oltre mille preferenze, voti che dovrebbero portarla in consiglio comunale. La donna, ideatrice del progetto Aisha, nato per contrastare la violenza sulle donne, non era l’unica a correre come musulmana nelle liste Pd. In consiglio comunale correva anche Marian Ismail, nata a Mogadiscio 57 anni fa e figlia di un politico e diplomatico somalo. Marian si è fermata a 326 preferenze e rappresenta il lato più ‘moderato’ nella diatriba interna dei musulmani d’Italia.

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