Fendi contro il Roma Pride : «Niente foto con il Colosseo Quadrato». La comunità LGBT s’infuria

09/06/2016 di Donato De Sena

Il gruppo di alta moda Fendi si scaglia contro il Roma Pride per l’uso improprio dell’immagine del Colosseo Quadrato. Il Palazzo della Civiltà, edificio in affitto alla maison fino al 2028, è apparso nelle foto della campagna di lancio della parata Lgbt in programma sabato 11 giugno nella Capitale. Appena le ha notate, l’azienda non ci ha pensato due volte a scagliarsi contro la manifestazione e a ricordare di essere la «legittima licenziataria» della struttura degli anni ’30 ubicata all’Eur.

La lettera di Fendi e la replica del Coordinamento Roma Pride:

ROMA PRIDE A FENDI: «NON INTENDIAMO RITIRARE LA CAMPAGNA»

Le immagini della campagna ‘Chi non si accontenta lotta‘ mostrano ragazzi sulle scale e il Colosseo Quadrato sullo sfondo. In una lettera inviata agli organizzatori del Pride Fendi ha precisato che il Palazzo della Civiltà è stato utilizzato «indebitamente» e ha chiesto di rimuovere le foto dalle pagine web e di ritirare il materiale pubblicitario stampato. Una richiesta che probabilmente non sarà accolta. Il circolo omosessuale Mario Mieli, tra i promotori dell’evento Lgbt, ha prontamente manifestato l’intenzione di non ritirare alcuna campagna. «Il Colosseo Quadrato è simbolo della città, valore del Pride riconosciuto internazionalmente», hanno fatto sapere i membri del circolo. E ancora:

«Non è possibile immaginare che una società che sta sul mercato e che ha tra i suoi clienti anche le persone Lgbt si senta in alcun modo danneggiata dall’indiretto collegamento con una manifestazione per i diritti umanitari organizzata da una storica associazione che fonda il suo lavoro al servizio dei diritti civili sul volontariato dei propri soci ed attivisti che in passato ha collaborato proprio con fendi in occasione della Giornata mondiale di lotta all’Aids».

Il circolo Mario Mieli ha anche ricordato che la propria iniziativa ha il sostegno economico della Regione Lazio e il patrocinio di Roma Capitale, oltre a quelli di Roma Pride 2016 e della Ambasciate di: Canada, Quebec, Stati Uniti d’America, Regno Unito, Australia, Germania che, unitamente all’Ambasciata di Francia, parteciperanno con una propria delegazione alla parata di sabato.

BUFERA SUI SOCIAL: «VERGOGNATEVI, IL PALAZZO È DI TUTTI»

La querelle ha innescato anche aspre reazioni in rete. Molti utenti sui social network hanno cominciato ad inviare messaggi di critica a Fendi per l’atteggiamento assunto verso l’evento Lgbt. «Allora, chiariamo una cosa… Il colosseo quadrato non sarà mai di privata proprietà… L’immagine di quel palazzo appartiene a Roma e a tutti i cittadini», ha scritto un utente sulla pagina fan della casa di moda. «Il vostro ufficio legale ha appena fatto un clamoroso autogol. In punta di diritto distruggete la brand equity. Ridicolo e vergognoso», ha aggiunto un altro. E ancora: «Dopo la boutade velatamente omofobica contro il gay pride di Roma ed il Circolo Mario Mieli e l’uso “improprio” (secondo voi) del Palazzo della Civiltà di Roma di cui farneticate nervosamente, spero che i clienti gay di mezzo mondo vi boicottino!». «Dovreste vergognarvi. Già pensare di accampare dei diritti su un monumento è patetico. Ma farlo per bloccare una manifestazione che di fatto inneggia alla parità di diritti è qualcosa che offende la sensibilità di tutto ciò che respira».

(Foto da Facebook)

 

 

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