Il crollo del Palazzo al Flaminio: chi ha fatto il progetto? Qualcuno che non poteva

07/06/2016 di Redazione

CROLLO PALAZZO FLAMINIO: COLPA DEL GEOMETRA? –

Continuano a uscire elementi determinanti per la definizione delle responsabilità del crollo del palazzo al Flaminio, al civico 70 di Lungotevere Flaminio. Se a rischiare di essere indagati sono i titolari di due ditte e il proprietario dell’abitazione, al centro di tutto ci sarebbe un semplice tecnico, un geometra che ha stilato un progetto complesso pur non avendo alcuna abilitazione in architettura o in ingegneria.

Per ottenere i permessi – e sulla facilità con cui vengono elargiti andrà fatta un’indagine accurata – il bozzetto in questione è stato vistato e siglato da un geometra. Un professionista che, secondo gli inquirenti, a quanto riporta la cronaca di Roma de Il Messaggero, avrebbe dato per buono con eccessiva superficialità quel prospetto lacunoso e, come si è visto, pericolosissimo (solo un miracolo e una condomina particolarmente scrupolosa hanno permesso, la notte del 22 gennaio, un’evacuazione tempestiva).

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La storia è nota: il progetto prevedeva che venissero tolti una serie di tramezzi, con la funzione, di fatto, di muri portanti, per realizzare un open space, operazione attuata dalle ditte impegnate nell’operazione di restauro in grande fretta. La relazione degli ingegneri Claudio De Angelis e Lucrezia Le Rose sembra chiara in merito e per definire quali saranno gli indagati la perizia è allo studio degli inquirenti: la vicenda avrebbe visto l’imprenditore e proprietario improvvisarsi progettista e il geometra pronto ad approvarne desideri e disegni. Il risultato: una probabilissima accusa di crollo colposo, visto che nessuno dei due (il petroliere proprietario sarebbe anche un ingegnere) si sarebbe preoccupato di fare uno studio di stabilità dell’edificio vecchio di 80 anni e che aveva già subito ristrutturazioni discutibili in varie epoche. Così le colonne rimaste, prive dei pilastri tolti e senza i dovuti puntelli, si sono letteralmente sbriciolate sotto il peso del soffitto, che ha trascinato nel crollo i due piani superiori. Al proprietario potrebbe essere imputata la negligenza nella scelta di personale non qualificato, ma sull’iscrizione dei vari responsabili nel registro degli indagati il riserbo del procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e della pm Antonella Nespola dovrebbe essere sciolto a giorni. Confermata l’assenza, da questa lista, dell’architetto Lidia Soprani, l’inquilina del sesto piano che ha attrezzato il terrazzo con la famosa “giungla” di piante: la perizia conferma che il peso dei vasi poteva essere tranquillamente sostenuto dal soffitto non debilitato dall’imprudente ristrutturazione dell’appartamento sottostante.

Buone notizie per gli altri inquiline: l’immobile è stato dissequestrato e le famiglie sfollate stanno rientrando nelle loro case. Ma la loro odissea potrebbe non essere finita: lo stabile potrebbe presto essere dichiarato nuovamente non agibile, la Procura ha dubbi sulla sicurezza del palazzo e ha sollecitato il Comune per nuove verifiche.

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