Così Antinori minacciò l’infermiera: «Sono famoso e ho soldi, ti faccio ammazzare»

17/05/2016 di Redazione

«Ho denaro e potere, ti faccio ammazzare». È l’incredibile minaccia del ginecologo Severino Antinori che emerge dall’ordinanza con la quale il gip Giulio Fanales ha disposto gli arresti domiciliari per il medico 70enne, accusato di aver immobilizzato, anestetizzato e costretto un infermiera spagnola di 24 anni a subire l’espianto di ovuli. Dalle carte dell’inchiesta spunta il racconto della ragazza di un incubo vissuto al fianco di Antinori culminato con la richiesta d’aiuto alle forze dell’ordine.

Arrestato Severino Antinori, il ginecologo della discordia

 

L’INFERMIERA DERUBATA DEGLI OVULI

Il ginecologo avrebbe avvicinato la giovane infermiera della provincia di Malaga e di origini maghrebine mentre era da sola al tavolo di un ristorante, a Milano, dove era in vacanza, vantandosi di essere «un medico molto famoso». Antinori avrebbe dunque proposto di lavorare nella sua clinica Matris offrendosi anche di pagarle un albergo vicino, il My Hotel. Da qui l’inzio di quello che sarebbe diventato un dramma. Per l’infermiera arriva la diagnosi di una ciste ovarica, un ciclo di iniezioni per curarla ma che a sua insaputa avrebbe invece stimolato l’ovulazione. Poi la prospettazione della necessità di un intervento. «Operati o ti esplode l’utero», le avrebbe detto il medico. Davanti al suo rifiuto di farsi operare e di firmare il consenso informato, sarebbe poi arrivata la violenza. La ragazza sarebbe stata buttata contro il muro, immobilizzata e trascinata a forza in sala operatoria dove, dopo essere stata sedata, le sarebbero stati prelevati 8 ovuli. Al risveglio un infermiere avrebbe avvertito la giovane dell’accaduto, consigliandole di rivolgersi alle forze di polizia. Nel frattempo il suo telefonino era sparito. L’infermiera avrebbe dunque dato l’allarme grazie ad un telefono fisso. A quel punto la reazione di Antinori, che sarebbe le piombato addosso minacciandola di morte.

LA MINACCIA DI MORTE DEL MEDICO

L’ordinanza del gip descrive le parole della giovane come «dotate di logicità e […] coerenza». Antinori, che è uno dei ginecologi piu’ famosi ed anche discussi nel nostro Paese, si trova ora agli arresti domiciliari con le accuse di rapina pluriaggravata, sia degli ovuli (da reimpiantare, una volta fecondati, a tre donne già in lista d’attesa) sia del cellulare della giovane, e di lesioni dolose aggravate. Si tratta delle accuse mosse alle sue due collaboratrici alla clinica milanese di via dei Gracchi, Bruna Balduzzi e Marilena Muzzolini (per le quali è stato disposto il divieto di dimora a Roma e a Milano) che il medico aveva spedito in hotel dall’infermiera per tranquillizzarla dopo che la ragazza si era insospettita. Nel provvedimento si parla di «indifferenza nei confronti della dignità e del corpo della donna» in quanto «obnubilato dalla finalità di guadagno» e i suoi «lucrosi affari collegati alla procreazione medicalmente assistita» tant’è che sarebbe stato «sempre disposto a esercitare all’occorrenza ogni tipo di indebita pressione sulle donne individuate quali potenziali donatrici». A quanto pare i magistrati milanesi hanno anche trovato riscontri alla denuncia dell’infermiera che, lo scorso 5 aprile, «piangendo, spaventata e in stato di massima agitazione», dopo essersi risvegliata ed essersi accorta che il suo cellulare era sparito (l’oggetto non è più stato trovato), ha chiamato per due volte la polizia raccontando quel che le era capitato. La giovane ha riferito che, nonostante la sua disperazione, si è sentita dire dal ginecologo «che, possedendo molto denaro e potere, avrebbe incaricato alcune persone di ucciderla».

(Foto di copertina: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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