Processo Thyssen: il pg della Cassazione chiede l’annullamento delle condanne. La rabbia dei parenti delle vittime

13/05/2016 di Redazione

Colpo di scena nel processo sul rogo alla Thyssen di Torino, in cui nel 2007, persero la vita sette operai. Paola Filippi, sostituto procuratore generale della Cassazione, ha chiesto l’annullamento delle condanne per tutti e sei gli imputati: questo allo scopo di rideterminare le pene per i reati di omicidio colposo plurimo e per rivalutare il no alle attenuanti per quattro degli imputati. Secondo il pg Filippi, sul caso Thyssen serve un terzo processo di appello: nel 2015 la Corte d’assise d’appello di Torino aveva ridotto le pene per tutti i sei imputati del processo.

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ANSA/DI MARCO – Immagine di archivio

PROCESSO THYSSEN CHIESTO L’ANNULLAMENTO DELLE CONDANNE

Alla lettura della sentenza i famigliari delle vittime, presenti in aula, hanno protestato con veemenza, urlando più volte «venduti, bastardi» prima di essere invitati alla calma da carabinieri e poliziotti e di abbandonare l’Aula della quarta sezione penale della Corte di Cassazione prima del termine dell’udienza. La madre di Antonio Schiavone, uno dei sette operai morti nel rogo, si è rivolta all’ex manager della Thyssen Daniele Moroni dicendogli: «Mio figlio è bruciato vivo, spero che muoia bruciata anche la sua famiglia». Moroni era stato condannato in Appello a nove anni di carcere.

PROCESSO THYSSEN, IL ROGO ALLA FFABBRICA DI TORINO

Il processo fa riferimento all’incidente avvenuto alla fabbrica Thyssenkrupp di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 quando otto operai impiegati nel turno notturno furono investiti da un getto di olio bollente che scatenò un incendio: sette degli otto operai coinvolti morirono tutti nel giro di un mese, mentre si scatenavano le polemiche sollevate da diversi testimoni che parlavano di gravi carenze nei sistemi di sicurezza dell’azienda e di come gli operai di quel turno stessero lavorando da circa dodici ore.

PROCESSO THYSSEN, LA REAZIONE DI ANTONIO BOCCUZZI

La decisione della Cassazione è stata commentata anche da Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto dell’incidente e oggi deputato del Partito Democratico: «Le richieste della procura sono per noi tutti un fulmine a ciel sereno e lo stesso vale per il rischio che i due imputati tedeschi, che sono poi i principali responsabili del rogo alla Thyssen, possano scontare in Germania una pena dimezzata – ha dichiarato Boccuzzi – Sarebbe paradossale che l’amministratore delegato di Thyssen, che in primo grado era stato condannato per omicidio volontario, adesso possa ottenere in Germania una pena addirittura inferiore a quella degli altri coimputati italiani. A fronte di questo rischio è ancora più profonda la nostra delusione per l’annullamento della sentenza di primo grado».

(Photocredit copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI – Immagine di archivio)

 

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