Amministrative a Roma, fuga e dietrofront di Raggi sui confronti Tv

11/05/2016 di Redazione

In una campagna elettorale ancora scarsa di contenuti e programmi, lo scontro tra i candidati sindaco sulle elezioni 2016 a Roma si sposta ora sui confronti televisivi. Perché quel vecchio vizio berlusconiano, quello di sfuggire ai dibattiti pubblici in tv, ora sembra essere tornato di moda in casa M5S, di fronte ai sondaggi che premiano la pentastellata Virginia Raggi. Prima la scelta di disertare il confronto a 4 su Sky, poi le critiche sui social con tanto di hashtag (#VirginiaScappa) e il parziale dietrofront. Raggi non ci sarà giovedì in occasione dell’incontro organizzato dall’Acer in diretta sull’emittente, ma parteciperà l’ultima settimana prima delle Amministrative del 5 giugno.

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Sui social non sono mancate le accuse dirette alla candidata pentastellata: «Ancora una volta #VirginiaScappa, chi ha paura del confronto può fare il Sindaco di Roma?», attacca Luciano Nobili, il capo dello staff di Roberto Giachetti. Come lui Esposito, Cirinnà e i vertici dem, così come gli altri candidati a sindaco di Roma: «Virginia Raggi si faccia coraggio e accetti i confronti. Non può continuare a scappare e recitare come una maestrina una parte che qualcuno le scrive. È una signora simpatica ma eterodiretta», incalza pure Marchini, che punta a superare Meloni e Giachetti al secondo posto per sfidarla al ballottaggio.

Eppure lo stesso Marchini era mancato all’ultimo confronto pubblico, quello organizzato dai blogger della realtà romana, come ricorda la stessa Raggi, allora presente: «Fermo restando che la realtà è tutt’altra, perché finora di confronti ce ne sono stati eccome ma chi ha disertato è stato qualcun altro, suggerisco un consiglio spassionato agli altri candidati: pensassero alla città oltre che ai talk show», si è difesa, contattata dall’Ansa.

Secondo Ghisleri, di Euromedia Research, la decisione di partecipare al confronto a ridosso delle Amministrative si spiega invece con il tentativo di farsi conoscere in extremis, con la convinzione ormai di aver già fatto il pieno in vista del primo turno, anche da chi non è già deciso a votarla, come si spiega sul Messaggero. E pure per Klaus Davi «fuggire da una televisione che è nazional-popolare come Sky e che parla pure ai gruppi dirigenti sarebbe una follia».

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