Amministrative a Roma, il piano di Matteo Renzi per Roberto Giachetti

05/05/2016 di Redazione

I sondaggi non sorridono, per ora, a Roberto Giachetti, candidato sindaco del Partito Democratico per le Elezioni Comunali 2016: tuttavia, la tranquillità la fa da padrone. Perché il centrosinistra pensa che l’arma migliore del vicepresidente della Camera non sia ancora stata sfoderata: il coinvolgimento diretto, in prima persona, del presidente del consiglio dei ministri e segretario del Partito Democratico Matteo Renzi. In che modo il governo spingerà per la vittoria del candidato del Pd, inizia a prefigurarsi: la campagna sarà incentrata sul debito della città di Roma e su come sia possibile solo per un candidato spalleggiato dal governo gestirlo.

AMMINISTRATIVE A ROMA, IL PIANO DI MATTEO RENZI PER ROBERTO GIACHETTI

A dirigere l’orchestra, per ora, è il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti, luogotenente dei renziani a Roma, che ieri ha promosso un primo incontro proprio su questi temi. Il Messaggero nella Cronaca di Roma racconta dell’incontro di ieri a Piazza di Pietra.

La ricetta del pensatoio animato dal sottosegretario renziano Angelo Rughetti è stata snocciolata davanti a Giachetti in prima fila insieme al ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, al commissario del debito Silvio Scozzese, al sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta. Più, tutto il variegato mondo renziano romano (che si riconosce nel ticket Di Biase – Pelonzi). Qual è questa ricetta? E’ un piano di «razionalizzazione della spesa» del Comune e di «gestione ottimale del debito» che, si legge nel documento presentato da Prodemos, riuscirà «a liberare risorse per 250 milioni di euro». Ovvero 180 euro per ciascuna famiglia romana. Un tesoretto che potrebbe essere così destinato: 110 milioni per la riduzione dell’Irpef di 80 euro a famiglia, 80 milioni per gli investimenti (scuole, strade, sicurezza), 60 per il sociale.

 

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Il governo, se quella che Rughetti diffonde e costruisce è la linea di palazzo Chigi, ha le idee chiare: il principale problema della città è la gestione della macchina amministrativa. Che ha sulle spalle il vero e proprio mostro della gestione del debito capitolino.

12 miliradi di euro (8,7 finanziario e 3,3 commerciale) alimentati grazie a 300 milioni dello Stato e 200 dei romani che, di converso, pagano lo 0,4 in più di addizionale Irpef. L’ipotesi che Giachetti farà propria prevede di «finanziare con anticipazione di liquidità dal Tesoro le operazioni di transazione straordinaria». Per rimborsare interamente il debito finanziario, ma risparmiare 2.6 dei 4 miliardi di interessi. Chiudendo così in 3 anni i debiti commerciali con uno sconto del 30% e un risparmio di 1 miliardo. Costo dell’operazione: 8,4 miliardi di liquidità a 30 anni, rata annua 300 milioni. Totale dei risparmi tra Comune e Mef: 200 milioni di euro. Secondo lo studio presentato ieri i rimanenti 150 milioni di euro dovranno arrivare dai tagli.

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