La testimonianza: «Il piccolo Antonio Giglio ucciso come Fortuna Loffredo»

03/05/2016 di Redazione

Le indagini sulla tragica morte di Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni abusata sessualmente e gettata il 27 giugno 2014 dall’ottavo piano di un palazzo del Parco Verde di Caivano, si incrociano con quelle sulla scomparsa del piccolo Antonio Giglio, il bambino scomparso in circostanze simili il 27 aprile 2013. Ora spunta un testimonianza, raccolta in un video, che rende il legame tra le due morti più probabile. A parlare è la sorella di Raimondo Caputo, l’uomo accusato di essere l’orco che ha violentato e ucciso Fortuna. La donna accusa Marianna Fabozzi, la compagna di Caputo, ora accusata di aver coperto l’uomo, di aver gettato suo figlio Antonio dalla finestra solo per vendetta verso il compagno.

«L’HO VISTA MENTRE LO GETTAVA DI SOTTO»

«L’ho vista mentre alzava la tapparella e prendeva in braccio il bambino. Poi lo ha gettato di sotto», ha dichiarato la sorella di Caputo. Tutto «perché non andava d’accordo con il padre del piccolo e voleva punirlo». Ne parla oggi Mary Liguori sul Mattino di Napoli:

Stesso palazzo, stesse famiglie, quella di Marianna Fabozzi, compagna di Titò Caputo, accusata di aver coperto il presunto pedofilo assassino, il suo fidanzato appunto, e quella dell’uomo arrestato: la sorella di Caputo accusa Marianna Fabozzi di avere gettato il figlio dalla finestra della cameretta. La donna lo ha detto all’avvocato Angelo Pisani, che rappresenta la famiglia della piccola Fortuna Loffredo. E il penalista ha filmato quella testimonianza. «Ero in corridoio con la madre di Marianna, e lei era in camera con il figlio. L’ho vista attraverso uno specchio mentre alzava la tapparella e prendeva in braccio il bambino. Poi lo ha gettato di sotto». Perché? «Perché non andava d’accordo col padre del piccolo e voleva punirlo». Una storia assurda, della quale la procura di Napoli è al corrente. Il video è agli atti, ma contiene una testimonianza ancora tutta da verificare, tuttavia sufficiente a far sì che, un anno fa, il pm delegasse nuove indagini sul caso Giglio, che era stato in un primo momento archiviato come unincidente. All’epoca la polizia non trovò elementi validi per aprire una pista diversa da quella della caduta accidentale.

Ora i dubbi ritornano. E diventa inevitabile continuare a scavare per trovare la verità. Ora al vaglio dei pm c’è la richiesta dell’avvocato Pisani di riesumare il corpo del piccolo Antonio.

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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