La video rivincinta degli uomini obbligati a leggere gli insulti sessisti davanti alle giornaliste sportive

28/04/2016 di Redazione

Da che Internet è Internet, le giornaliste sportive sono sempre al centro dei commenti di tifosi e telespettatori che, molto spesso, non risparmiano giudizi e “complimenti” piuttosto pesanti, fino a scadere nei veri e propri insulti. Questo sembra essere un problema comune alle giornaliste sportive di mezzo mondo tanto che, negli Stati Uniti, è partita una campagna da parte di Just Not Sports, un sito web che tratta sport e che ha lanciato l’hashtag #MoreThanMean, accompagnandolo a un video che sta facendo discutere il web.

GLI INSULTI ALLE GIORNALISTE SPORTIVE

Il video vede protagoniste Julie DiCaro e Sarah Spain, due speaker radiofoniche piuttosto famose negli Stati Uniti – Sarah Spain lavora per ESPN dopo aver lavorato anche per la redazione sportiva di Fox – che sono state fatte accomodare davanti a degli uomini che dovevano leggere tutti i peggiori tweet che sono stati “dedicati” alle due giornaliste. Si comincia con commenti “innocui”, come «Sarah Spain sembra un muffin», ma ben presto arrivano epiteti pesanti come putt…a e tr…a, commenti che gli uomini sono costretti a leggere davanti alle giornaliste. Benché gli uomini non siano gli autori di quei tweet, mano a mano che le frasi si fanno sempre più volgari e ingiuriose cresce l’imbarazzo e in molti, che un attimo prima si lasciavano scappare un sorriso, diventano immediatamente seri e si scusano prima di leggere frasi come: «Julie DiCaro è il motivo per cui non assumiamo nessuna donna, abbiamo bisogno di qualcuno con il c…o duro». O ancora: «Spero che il tuo fidanzato ti picchi». In molti vorrebbero interrompere la lettura, ma da dietro le quinte li “obbligano” ad andare avanti e a continuare a leggere, guardando negli occhi le destinatarie di quegli insulti. Julie DiCaro, che è stata vittima di violenza sessuale, si sente addirittura leggere un tweet in cui qualcuno ha scritto: «Spero che tu venga stuprata ancora».

LE SCUSE

Il video si conclude con una frase: «Molte donne che si occupano di sport sono molestate online solo perché svolgono il proprio lavoro. Se non diresti mai certe cose in faccia, allora non scriverle nemmeno online». E, a turno, anche tutti gli uomini costretti a leggere si sentono in dovere di porgere delle scuse alle due giornaliste.

(Photocredit copertina: YouTube/Just Not Sports)

 

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