Il carabiniere infiltrato che scoprì il legame tra Casalesi e sinistra (20 anni fa)

28/04/2016 di Redazione

Le accuse al presidente del Pd campano Stefano Graziano, accusato dalla procura di Napoli di essere stato sostenuto dai boss della camorra in cambio di appalti, fanno riemergere storie di vecchie indagini che avevano, già 20 anni fa, scoperto contatti tra il potente clan dei Casalesi ed esponenti politici di sinistra. Repubblica ricorda il carabiniere infiltrato che contribuì a scoprire quel legame e che fu fermato dopo le polemiche sull’utilizzo di agenti sotto copertura. Scrive Fabio Tonacci:

Enzuccio, lo chiamavano. Era l’amico di tutti, in contatto con il clan di Michele Zagaria, coi politici campani, coi politici a Roma. Si presentava con il tesserino del consorzio Tav e una stretta di mano poderosa. «Sono l’ingegner Vincenzo Varricchio, sono venuto per trovare un accordo vantaggioso per entrambi…». Questa la sua entrée, che portava dritto al nocciolo della questione, cioè tangenti e bustarelle. Ma quel ragazzotto alto non aveva mai lavorato per le ditte incaricate di stendere i binari dell’Alta Velocità nel territorio di Gomorra. Era un colonnello del Ros, che si chiama Vincenzo Paticchio: il primo — e finora unico — agente sotto copertura utilizzato in un’indagine sulla corruzione.
Era il 1996, e sembra ieri. Allora la questione degli infiltrati fu seppellita sotto una valanga di polemiche appena Paticchio, con le sue investigazioni, lambì Montecitorio e il centrosinistra. Adesso a Santa Maria Capua Vetere c’è un’inchiesta per corruzione e camorra, è coinvolto un esponente del centrosinistra (il presidente del Pd campano Graziano), ci sono di mezzo i casalesi di Zagaria. E i magistrati più influenti d’Italia tornano a ribadire che per vincere la lotta alla corruzione, gli infiltrati sono necessari.

L’utilizzo di agenti sotto copertura (e in particolare agenti dei servizi segreti) è messo nero su bianco dalla proposta di riforma della giustizia messa a punto dalla commissione guidata dal procuratore Nicola Gratteri, ora rilanciata dal presidente dell’Anm Piercamillo Davigo. Il colonnello del Ros Paticchio riuscì ad ottenere una lista di politici (di destra e di sinistra, Rifondazione esclusa) interessati agli appalti della Tav. Dopo una serie di incontri il carabiniere infiltrato arrivò anche al boss Zagaria, che riferì che dovevano lavorare tutti, «le ditte nostre, e le ditte segnalate dai politici».

(Foto: ANSA / FELICE DE MARTINO / AG. FRATTARI)

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