Movimento 5 stelle e il caso Lemmetti: come si cambia per non morire

Federica Guidi sì, Gianni Lemmetti no. Sarebbe stato impensabile, con Gianroberto Casaleggio al comando, mantenere per ore un assessore M5S indagato dentro il Movimento. Sembrano lontani i tempi in cui la sindaca di Quarto Rosa Capuozzo si dimetteva senza esser di fatto coinvolta nella sua Quarto Gate. Eppure lei mollò, per colpa delle indagini sul marito e di chi, inutilmente, da ex attivista, mise pressioni nel suo comune in passato sciolto per mafia.

Ora però c’è una novità. Dentro il Movimento 5 stelle il giustizialismo diventa garantismo, all’improvviso, quando meno te lo aspetti e nel caro feudo di Livorno. Qualsiasi sia l’ipotesi di reato, qualsiasi sia l’esito della vicenda Gianni Lemmetti, indagato nella vicenda Aamps, non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. Per ora. Gli altri lo blindano. Con frasi come queste.

“Noi valutiamo volta per volta cosa sta dietro alle indagini e se nel caso di Livorno, dove è indagato un assessore, potremo valutare qualcosa di doloso, che non andava bene, non aspetteremo un giudizio di primo grado”

Danilo Toninelli, RaiNews24

Certo, l’ex ministro del Ministero dello Sviluppo economico non indagata (ma comunque travolta dall’inchiesta Petrolio) e un assessore M5S non potrebbero stare sullo stesso piano. Non potrebbero e l’avviso di garanzia che ha raggiunto Lemmetti fa parte del lavoro della procura livornese su bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e abuso d’ufficio. L’ex ministro Guidi è un’altra amara (e triste) storia. Eppure, non si sa con quale potere, i 5 stelle valuteranno caso per caso, volta per volta, ancora prima che arrivi la magistratura. Non è ancora chiaro come. Forse è errato parlare di garantismo forse si tratta semplicemente del rischio, ennesimo, di incappare in una seconda Quarto. Ricordate? Garantismo iniziale fino al crollo della prima cittadina a colpi di blog. Per il Movimento questa è la prima sfida senza guru. Un rebus da affrontare non solo a livello mediatico ma anche a livello di principi. Quei principi che spinsero Milano a scrivere quelle righe, letali, per Rosa Capuozzo. Righe che salvarono la faccia ai 5 stelle. Le regole – come diceva Gianroberto – non si derogano. In giornata era atteso un video di Filippo Nogarin sulla vicenda di Livorno ma finora nulla compare sul blog. Che accadrà ora? Sarà il nuovo corso a deciderlo. I  piccoli però rischiano di fare gli stessi errori dei grandi.

(in copertina foto ANSA)

 

 

 

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