Quali sono i cibi contaminati nella lista nera

20/04/2016 di Alessio Barbati

Il 92% dei broccoli provenienti dalla Cina sono risultati irregolari per la presenza di residui chimici. Ma non sono solo i broccoli a preoccupare perchè secondo la «Black list dei cibi più contaminati» presentata dalla Coldiretti anche il prezzemolo vietnamita e il basilico indiano sono fuori norma, rispettivamente nel 78 e nel 60% dei casi. Lo ha reso noto l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) presentando a Napoli il rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa.

CIBI CONTAMINATI

Micotossine, coloranti illegali e additivi sono stati rinvenuti in moltissimi casi, il 15% dei quali riguarda la Cina. L’inserto Salute de Il Messaggero riporta alcuni dati significativi:

Su un totale di 2.967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 386 (15%) hanno riguardato il gigante asiatico che in Italia nello stesso anno ha praticamente quintuplicato (+379%) le esportazioni di concentrato di pomodoro che hanno raggiunto circa 67 milioni di chili nel 2015, pari a circa il 10 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente.

E ancora:

Nella classifica dei prodotti più contaminati elaborata alla Coldiretti ci sono però anche le melagrane dall’Egitto che superano i limiti in un caso su tre (33%), ma fuori norma dal Paese africano sono anche l’11% delle fragole e il 5% delle arance che arrivano peraltro in Italia grazie alle agevolazioni all’importazione concesse dall’Unione Europea. Con una presenza di residui chimici irregolari del 21% i pericoli vengono anche dal peperoncino della Thailandia e dai piselli del Kenia contaminati in un caso su dieci (10%).

«I problemi – evidenzia la Coldiretti – riguardano anche la frutta dal Sud America come i meloni e i cocomeri importati dalla Repubblica Dominicana che sono fuori norma nel 14% dei casi per l’impiego di Spinosad e Cypermethrin. È risultato irregolare il 15% della menta del Marocco, un altro Paese a cui sono state concesse agevolazioni dall’Unione Europea per l’esportazione di arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori da mensa che hanno messo in ginocchio le produzioni nazionali. L’accordo con il Marocco – spiega la Coldiretti – è fortemente contestato dai produttori agricoli proprio perché nel Paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa». «Non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri», ha aggiunto iRoberto Moncalvo presidente della maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana.

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