Yara: il figlio 15enne di Massimo Bossetti testimonia in difesa del padre

16/04/2016 di Redazione

Nicolas, 15 anni, il figlio maggiore di Massimo Bossetti, è stato sentito dai pm nell’aula del Tribunale di Bergamo. Audizione protetta, solo la giuria e le parti dato che il ragazzo è minorenne. Nicolas è uno dei testimoni della difesa nel processo sull’omicidio di Yara Gambirasio in cui è imputato il padre.

Claudia Guasco per il Messaggero racconta come oltre alle domande sul “papà modello” la difesa punti ad altro:

I difensori di Bossetti puntano a scardinare l’impianto accusatorio contrattaccando su quelle che la Procura considera prove inattaccabili: il dna, le fibre trovate sui legging della ginnasta, le microsfere ricondotte a materiale per l’edilizia isolate sotto le suole delle sue scarpe e i filmati del furgono Daily bianco che la sera della scomparsa della ragazzina va su e giu’ per le strade attorno alla palestra di Brembate. Cinque le perizie richieste: una genetica, una sull’allineamento orario delle telecamere, una sulle fibre, un’altra sulle sfere e infine una perizia medico legale.

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MASSIMO BOSSETTI: TUTTI I DUBBI DELLA DIFESA

Non solo: la difesa solleva diversi dubbi sul dna:

«E’ del tutto evidente che questo e’ un processo in cui la prova scientifica è assai importante», dice davanti alla giuria l’avvocato Claudio Salvagni. «La prova scientifica non ha autoreferenzialità, qui abbiamo ascoltato tanti luminari che hanno cercato di giustificare macroscopiche anomalie e non hanno mai trovato la soluzione», afferma il difensore. Una su tutte: «La mancanza di dna mitrocondriale, con conseguenti articolate elucubrazioni».
Tre minuscole tracce miste di sangue sono state trovate sui leggings e sugli slip di Yara e da queste è stato fatto il confronto con il dna del muratore di Mapello, dopo avere ottenuto un campione della sua saliva con il pretesto dell’alcoltest. Una comparazione che all’epoca diede un match scientificamente sicuro e portò al fermo del manovale ma i legali, con il loro consulente, il genetista Marzio Capra, rilevano quella che definiscono una palese incongruenza: il dna mitocondriale (che identifica la linea di ascendenza materna) di “Ignoto 1” sugli indumenti di Yara non corrisponde a quello di Bossetti. Una tesi difensiva alla quale l’accusa ribatte sostenendo che esiste piena compatibilità fra entrambi i dna nucleari, ovvero quelli che identificano la persona senza alcun margine di dubbio.

(foto ANSA)

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