Maria Elena Boschi ai pm sull’inchiesta Petrolio: «Mai subite pressioni»

05/04/2016 di Redazione

 «Niente pressioni, ho presentato l’emendamento Tempa Rossa perché era la volontà politica del governo». La linea del ministro dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, sentita dai pm di Potenza come persona informata sui fatti per l’inchiesta Petrolio che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi, è la stessa del governo e di Matteo Renzi.

 

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MARIA ELENA BOSCHI ASCOLTA DAI PM

Perché già il premier, accusando pure i giudici di Potenza «che non arrivano mai a sentenza» alla Direzione Pd, aveva rivendicato quell’emendamento contestato: «Se è un reato sbloccare le opere, io sono colpevole», ha attaccato Renzi di fronte all’assemblea del parlamentino dem. Proprio mentre la sua fedelissima era a colloquio con la Procura, di fronte al procuratore Luigi Gay, i sostituti Francesco Basentini e Laura Triassi, la pm della Procura nazionale antimafia, Elisabetta Pugliese, e il capo della squadra Mobile, Carlo Pagano. 

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MARIA ELENA BOSCHI SULL’INCHIESTA PETROLIO AI PM: «MAI SUBITE PRESSIONI»

Guidi invece sarà interrogata a Potenza, la prossima settimana. Al momento sempre come persona informata sui fatti. Ma, spiega il quotidiano La Repubblicala posizione dell’ex titolare del Mise è delicata: perché dall’ascolto dei nastri sembra «accorgersi che il fidanzato aveva messo la sua posizione a disposizione di altri interessi». Fino a scoppiare pure in lacrime con il compagno Gianluca Gemelli. Ben diversa è la posizione di Boschi, come riporta il quotidiano diretto da Mario Calabresi con un articolo firmato da Giuliano Foschini. Ecco quanto viene ricostruito sulla conversazione con la Procura:

«Ha risposto invece a tutte le domande ieri Maria Elena Boschi. Al centro dell’incontro l’ormai famosa intercettazione nella quale la Guidi diceva a Gemelli: “E poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se… è d’accordo anche “Mariaelena”. Qell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte…! Rimetterlo dentro alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa… ehm… dall’altra parte si muove tutto!”. “Non essendo stato possibile farlo “passare” nel testo del decreto “Sblocca Italia” il Governo (per iniziativa del ministro Guidi con l’intesa del ministro Boschi) lo aveva sostanzialmente riproposto nel testo del disegno della Legge di Stabilità”, spiegava il gip nell’ordinanza di custodia per spiegare il senso di quella conversazione.

 

Di quell'”intesa” si è chiesto conto ieri alla Boschi che ha in qualche modo rivendicato, come fatto già pubblicamente da Renzi, la responsabilità di quell’emendamento. Sostenendo di non aver subito però alcuna pressione: così come dimostra l’iter parlamentare, ha detto il ministro, dopo che l’emendamento era stato ritenuto inammissibile in commissione in Legge di stabilità, ha deciso di riproporlo a nome di tutto il Governo perché ritenevano cruciale il progetto Tempa Rossa. E ritenevano fosse necessario accelerare il più possibile i tempi per la sua realizzazione: trattandosi di opera strategica per le politiche energetiche nazionali, ha detto la Boschi in sintesi, era normale che l’iter autorizzatorio passasse in capo direttamente al ministero qualora le Regioni avessero fatto melina senza esprimere un parere. Mai, ha detto il Ministro, nessuno le aveva però detto che il compagno della collega Guidi avesse in qualche maniera affari con le compagnie petrolifere interessate alla norma»

 

INCHIESTA PETROLIO, IL COMPAGNO DI GUIDI: «PARLERÒ DOPO AVER SENTITO I MAGISTRATI»

Il verbale del colloquio del ministro con i pm è stato secretato, anche se gli inquirenti hanno fatto emergere – spiega Repubblica – una certa soddisfazione per la conversazione a tempi record, nonostante il clima politico rovente:

«I magistrati continuano a essere convinti, infatti, del ruolo di primo piano del compagno dell’ex ministro Guidi, indagato per associazione a delinquere, traffico di influenze e corruzione, tanto che si apprestano a richiederne l’arresto al tribunale del Riesame dopo il rigetto del gip. “Parlerò – dice dalla sua casa di Augusta – soltanto dopo aver chiarito la mia posizione con le autorità competenti. L’unica cortesia è di lasciare in pace i miei familiari“.

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