Terrorismo, il rischio di una bomba sporca

01/04/2016 di Redazione

Terrorismo

, il rischio di un attacco nucleare o chimico da parte del terrorismo ha spinto gli Stati Uniti a organizzare un vertice sui pericoli della bomba sporca. Nel mondo continua a scomparire materiale radioattivo, in parte rivenduto sul mercato nero, anche se la realizzazione di una bomba rimane molto complicato per chi non ha tecnologie adeguate.

TERRORISMO ISLAMICO

Un video ritrovato nelle indagini sugli attacchi di Parigi si concentra sul direttore del centro di ricerca nucleare del Belgio SKC-CEN. Uno dei tanti esempi dell’attenzione del terrorismo islamico su materiali capaci di rendere incredibilmente pericolosi i propri attacchi. Per questo motivo Barack Obama ha convocato un vertice con oltre 50 capi di stato e di governo per discutere della sicurezza nucleare, e come reagire a eventuali attacchi di questo tipo contro le città. L’IAEA, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, attesta come ogni anno spariscano quantità piuttosto ingenti di materiale radioattivo. Dalla fine degli anni novanta il terrorismo islamico si è più volte dimostrato interessato all’acquisizione di questo tipo di materiale, anche se per ora nessuna organizzazione jihadista sembra aver possedere la tecnologia per sviluppare una bomba.

TERRORISMO ISLAMICO E LA BOMBA SPORCA

L’agenzia di stampa AP aveva svolto un’inchiesta a inizio 2015 in cui un giornalista si era finto un miliziano dell’ISIS per acquistare cesio radioattivo per 2,5 milioni di euro in Moldovia. L’anno scorso sono scomparsi 100 grammi di iridio 192 dallo stabilimento di un’azienda americana a Bassora, nell’Iraq sciita. Nuclear Threat Initiative ha rimarcato come il materiale per una bomba atomica sporca sia presente in decine di migliaia di impianti in oltre 100 Paesi del mondo, e molti di essi non hanno una sicurezza adeguata. Gli Usa hanno finora recuperato quasi 4 tonnellate di materiale nucleare dal 2009, con cui si sarebbero potuto costruire 150 bombe atomiche.

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