Giulio Regeni, i genitori al Senato: «Torture così non le vedevamo dal nazi-fascismo»

Ressa di giornalisti per la conferenza stampa al Senato, nella sala Nassiriya, di Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio Regeni, il giovane ricercatore ucciso al Cairo in circostanze che l’Egitto non ha ancora chiarito.

GIULIO REGENI, GENITORI AL SENATO: «LOTTIAMO PER I VALORI DI NOSTRO FIGLIO»

«Ringraziamo tutti per l’abbraccio affettuoso sentito da tutta l’Italia. Siamo qui perché vorremmo continuare insieme a lottare per portare avanti i valori di Giulio. I suoi ideali», ha affermato Claudio Regeni in conferenza stampa.

GIULIO REGENI, GENITORI AL SENATO: «NOSTRO FIGLIO UN RAGAZZO DEL FUTURO»

«Forse – è stata invece una delle affermazioni della madre di Giulio, Paola Regeni – è dal nazi-fascismo che in Italia non ci troviamo a che fare con un caso di torture come quello di Giulio. Solo che loro sono in guerra, ma Giulio era lì per fare il ricercatore. Non era un giornalista, non era una spia, era un ragazzo contemporaneo che studiava, anzi forse era una ragazzo del futuro se è vero che non è stato capito». «Continuo a rinnovare il nostro dolore, un dolore necessario. Quello che è successo a Giulio non è un caso isolato: non è mica un caso di morbillo o di influenza che andava debellato, sono forse le idee di mio figlio che davano fastidio», ha continuato la donna. E ancora: «Forse rispetto alla nostra storia Giulio è un caso isolato, ma non lo è rispetto ai casi di altri egiziani e non solo».

Paola Regeni ha raccontato che il viso di Giulio «era diventato piccolo, piccolo, piccolo. Io e Claudio l’abbiamo baciato e accarezzato. Non vi dico cosa hanno fatto a quel viso. Ho pensato che tutto il male del mondo si fosse riversato su di lui». «Su quel viso – ha aggiunto la mamma del ricercatore – l’unica cosa che ho veramente ritrovato di lui è stata la punta del suo naso. È l’unica cosa che ho ritrovato di lui». Ora i genitori di Giulio Regeni chiedono un intervento forte del governo. «Se il 5 aprile sarà una giornata vuota confidiamo in una risposta forte del nostro Governo. Forte ma molto forte. È dal 25 gennaio che attendiamo una risposta su Giulio».

In conferenza stampa la Senato con i genitori di Giulio Regeni anche il senatore Pd Luigi Manconi, presidente della commissione diritti umani, che ha definito «la versione fornita il 24 e 25 marzo dalle autorità egiziane sulla morte del ricercatore di Fiumicello «una menzogna con anche qualche tratto di oscenità». E ancora: «Di fronte a una menzogna come quella che il ministero dell’Interno egiziano ha voluto diffondere, con anche qualche tratto di oscenità e di grottesco, era necessario che si sentisse la voce dei familiari, perché la vicenda non venga consegnata all’oblio».

L’avvocato dei genitori di Giuglio Regeni, Alessandra Ballerini, ha poi detto di prevedere un nuovo depistaggio. «Sappiamo che tutti i documenti tranne quelli d’identità – ha affermato il legale – non sono di Giulio, hanno detto che erano stati ritrovati 15 grammi di marijuana ma dal tossicologico sappiamo che Giulio era il ragazzo più pulito del mondo, purtroppo siamo davanti a un depistaggio. Stiamo nominando degli avvocati al Cairo, ci stiamo avvalendo in Italia della consulenza di Amnesty, stiamo chiedendo gli stessi elementi che ha chiesto la Procura: non pensiamo che il 5 aprile ci verrà consegnato il colpevole, vediamo chi verrà dal Cairo (nell’incontro previsto tra investigatori di polizia italiani ed egiziani, ndr). Non ci aspettiamo l’ultima parola ed è il motivo per cui vogliamo tenere alta l’attenzione perché è stata solo la mobilitazione del Paese che ha convinto l’Egitto a fare una parziale marcia indietro. La mobilitazione deve rimanere perché ci propineranno un altro depistaggio».

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