Salah Abdeslam confessa: «Sono contento che sia finita, non ne potevo più»

Per Salah Abdeslam la fine della latitanza è stata anche una sorta di liberazione. «Sono contento che sia finita. Non ne potevo più», sono alcune delle prime parole pronunciate dopo l’arresto dal 27enne belga di origini marocchine tra gli autori degli attentati terroristici del 13 novembre a Parigi. A rivelarlo è stato un giornale, il quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad, ma anche l’avvocato del terrorista, Sven Mary, alla radio, ha confermato che il suo assistito dopo la fine della fuga si è sentito «sollevato».

 

Salah Abdeslam e ISIS hanno provato per anni gli attacchi di Parigi
Salah Abdeslam era «pronto a nuovi attentati»

 

SALAH ABDESLAM, LE INDAGINI: AL LAVORO PER NUOVI ATTENTATI

La cattura di Salah Abdeslam è di fondamentale importanza sia per accertare quanto accaduto nella strage di quattro mesi fa, sia per evitare nuovi attacchi. Il terrorista ha anche rivelato che stava pianificando altri attentati a Bruxelles, che nel suo covo di Molenbeek stava continuano a organizzare «qualcosa». Nuovi colpi al cuore di un paese e di un intero continente.

SALAH ABDESLAM, LE INDAGINI: SCOPERTI DETONATORI

Intanto all’interno dell’appartamento di Rue du Dries, a Forest, dove si era nascosto Salah Abdeslam sono stati trovati alcuni detonatori. A renderlo noto è stata ieri una fonte inquirente al quotidiano Le Soir. Si tratta della stessa casa dove martedì c’è stata una sparatoria dopo l’irruzione per una perquisizione di routine da parte di quattro agenti belga e due francesi. Nel covo erano già stati trovati anche un kalashnikov, 11 caricatori, una bandiera dell’Isis e un libro sul salafismo.

SALAH ABDESLAM, LE INDAGINI: IDENTIFICATO L’ARTIFICIERE DELLA STRAGE

Altra novità nelle indagini riguarda l’identificazione dell’artificiere degli attentati di Parigi. Si tratta di Najim Laachraoui, 24 anni, noto finora soltanto sotto il falso nome di Soufiana Kayal. Il suo dna è stato ritrovato «su del materiale esplosivo utilizzato nel corso degli attacchi». Lo ha rivelato una fonte vicina agli inquirenti francesi. La nazionalità dell’uomo non è stata precisata. Si conosce che era partito verso la Siria nel febbraio 2013. Il 24enne è ricercato dal 4 dicembre in relazione agli attacchi. Ad inizio settembre aveva attraversato la frontiera austro-ungherese, registrato sotto la falsa identità di Soufiane Kayal, in compagnia di Salah Abdeslam ed aveva affittato una casa nei pressi di Namur, utilizzata per preparare gli attentati. Secondo gli inquirenti l’artificiere, insieme a a Mohamed Belkaid (ucciso la settimana scorsa durante il raid di Forest a Bruxelles), la sera del 13 novembre era in collegamento telefonico con alcuni kamikaze.

(FOto: KENZO TRIBOUILLARD / AFP / Getty Images)

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