Massimo D’Alema: «Il Pd versa in una condizione gravissima»

Massimo D’Alema contro Matteo Renzi. L’ex Presidente del Consiglio intervistato da Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera lancia violenti strali contro il segretario del Partito Democratico e l’ufficio di presidenza del Partito: «Non so nulla di quello che è successo in questi giorni. So solo che il Pd versa in una condizione gravissima, e la classe dirigente reagisce insultando e calunniando con metodi staliniani». Un atteggiamento che porterà a una conclusione inevitabile: «Il Pd è in mano a degli arroganti. Molti elettori ci stanno abbandonando. Nessuno può escludere che, alla fine, qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito».

MASSIMO D’ALEMA: «MASSIMO BRAY? UOMO LIBERO E INDIPENDENTE. GIACHETTI? FOTOGRAFATO MENTRE IN RISCIO’ TRAINA RENZI, NON PUO’ ESSERE L’IMMAGINE DI UN SINDACO»

Massimo D’Alema parte col suo attacco alla Segreteria delle primarie di Roma e del candidato sindaco evoca l’ipotesi di Massimo Bray allontanandosi da Massimo Giachetti a cui non dedica pensieri

«Massimo Bray è un mio carissimo amico, ma è un uomo libero e indipendente. È anche una delle persone più testarde che ho conosciuto in vita mia. Non sente nessuno; decide, e va rispettato nella sua decisione. E non è neppure iscritto al Pd. Basta consultare la Rete per vedere quanti cittadini e associazioni si stanno rivolgendo a lui; anche se io non figuro, non faccio parte di questa comunità, Non so ancora chi siano i candidati. Li valuterò liberamente da cittadino romano. Non so cosa farà Bray. Certo non ho il minimo dubbio che la sua candidatura sarebbe quella di maggior prestigio per la Capitale; mentre qui pare tutto un giochino interno al Pd. Sono molto attaccato a questa città, che dopo le vicende drammatiche che ha vissuto merita un sindaco di alto livello, a prescindere dall’appartenenza di partito. Giachetti si è fotografato su Internet mentre traina un risciò su cui è seduto Renzi. Ma questa non può essere l’immagine del sindaco di Roma, neanche per scherzo. Il quadro è estremamente preoccupante. C’è una crisi della democrazia. Una caduta di partecipazione e tensione politica, di fronte alla quale i partiti, compreso il Pd, non riescono a schierare personalità all’altezza»

MASSIMO D’ALEMA: «PD IN MANO A UN GRUPPETTO DI ARROGANTI. COSA DEVO FARE, PRESENTARMI AL NAZARENO IN GINOCCHIO A CHIEDERE UDIENZA A GUERINI?»

Per Massimo D’Alema c’è quindi un grave problema interno al Partito Democratico, un movimento che ha perso sia il rapporto col suo elettorato forte sia il legame con i propri fondatori:

«Sta crescendo un enorme malessere alla sinistra del Pd che si traduce in astensionismo, disaffezione, nuove liste, nuovi gruppi. Si tratta di un problema politico e non di un complotto di D’Alema, che è impegnato in altre attività di carattere culturale e internazionale. Io fondatore? Anche Prodi lo è, e anche lui mi pare sempre più distaccato. Il Pd è finito in mano a un gruppetto di persone arroganti e autoreferenziali. Dei fondatori non sanno che farsene. Ai capi del Pd non è passato per l’anticamera del cervello di consultarci una volta, in un momento così difficile. Io cosa dovrei fare? Cospargermi il capo di cenere e presentarmi al Nazareno in ginocchio a chiedere udienza a Guerini?»

MASSIMO D’ALEMA: «NAPOLI, RICORSO RESPINTO PER IL RITARDO? ANDIAMO OLTRE L’ARROGANZA»

Massimo D’Alema non risparmia violente bordate al Partito neanche per quanto riguarda la gestione delle Primarie di Napoli attaccando sul tema del ricorso respinto:

«I dati sono impressionanti. Nelle aree di voto d’opinione, Bassolino è nettamente avanti. In altre zone è sotto di tremila voti: a proposito di capibastone e di truppe cammellate, come le chiamano i nostri cosiddetti leader. Bassolino denuncia un mercimonio. Produce video che lo provano. E il presidente del partito, con il vicesegretario, rispondono che il ricorso è respinto perché in ritardo? Ma qui siamo oltre l’arroganza. Siamo alla stupidità».

MASSIMO D’ALEMA: «PRIMARIE? MANIPOLATE DA GRUPPETTI DI POTERE»

Per Massimo D’Alema le primarie del Pd vanno cambiate perché hanno perso ogni potere, colpa anche del Presidente del Partito, Matteo Orfini:

«Nella vita si può evolvere in tanti sensi. Del resto, loro dicono che sono bollito; anch’io avrò avuto una mia evoluzione. Ma come non capire che una risposta così sconcertante getta discredito sul partito, sulla politica? Basta primarie? Non ho detto questo ma così hanno perso ogni credibilità. Sono manipolate da gruppetti di potere. Sono diventate un gioco per falsificare e gonfiare dati. Bisogna scrivere nuove regole. E intanto rispettare quelle che già ci sono».

MASSIMO D’ALEMA: «MATTEO RENZI NON HA MAI NASCOSTO IL SUO DISPREZZO PER L’ESPERIENZA DI GOVERNO DEL CENTROSINISTRA»

Per Massimo D’Alema tutto parte dal peccato originale, se così possiamo chiamarlo: l’allontanamento del Partito Democratico dallo spirito originario dell’Ulivo. Allontanamento che ha un unico responsabile: Matteo Renzi.

«Nessuno potrebbe sospettarmi di essere l’ispiratore di Gherardo Colombo: l’ultima volta che ci siamo incrociati, scrisse che con la Bicamerale volevo realizzare il programma della P2. Il punto vero è che il Pd non ce la fa più a tenere insieme il campo di forze del centrosinistra. E dubito che riuscirà a compensare le masse di voti perse a sinistra alleandosi con il mondo berlusconiano: non solo Alfano,Verdini, Bondi, ma anche Mediaset e uomini di Cl. A destra viene riconosciuto a Renzi il merito di aver distrutto quel che restava della cultura comunista e del cattolicesimo democratico. Ma così ha reciso una parte fondamentale delle radici del Pd. Ha soffocato lo spirito dell’Ulivo: del resto Renzi non ha mai nascosto il suo disprezzo per l’esperienza di governo del centrosinistra, che anzi è bersaglio costante della sua polemica. Potrei elencare una serie di mie dichiarazioni a favore del governo, a cominciare dagli 80 euro ma è vero che l’Italia cresce dello 0,7%. Questo dato modesto viene presentato come frutto di grandi riforme. In realtà, la ripresa sia pur faticosa investe tutta l’Europa; e la ripresa italiana è metà di quella europea, forse un po’ meno. La Germania cresce dell’1,7, con la disoccupazione al 6. Altro che “siamo più forti dei tedeschi, l’Italia ha ripreso a correre, non ce n’è più per nessuno”. Sarebbe carino evitare la propaganda e dire la verità al Paese. Il nostro gap viene da lontano, non è certo colpa di Renzi. Ma lo si affronta con un vero progetto riformista di innovazione. Non vedo questo né nel Jobs act né nella cancellazione dell’Imu»

MASSIMO D’ALEMA: «IL PDS AVEVA 670.000 ISCRITTI, IL PD 300.000»

Per Massimo D’Alema la fine del Partito Democratico di fatto è scritta. Di fronte a una tale crisi d’identità e al progressivo allontanamento dell’elettorato più forte, l’unica strada percorribile è la scissione:

«Molti elettori ci stanno abbandonando. Compresi quelli che ci avevano votato alle Europee, nella speranza che Renzi avrebbe rinnovato la vecchia politica: ora vedono un gruppo di persone che ha preso il controllo del Paese, alleandosi con la vecchia classe politica della destra. Non so quanto resteranno in stato di abbandono. Nessuno può escludere che, alla fine, qualcuno riesca a trasformare questo malessere in un nuovo partito. L’attuale gruppo dirigente considera il partito un peso. Gli iscritti sono poco più di 300 mila; il Pds ne aveva 670 mila. Si tende a trasformare il Pd nel partito del capo. Tutti quelli che non si allineano vengono brutalmente spinti fuori. Guardo con simpatia alla battaglia della minoranza, ma non mi pare che, purtroppo, riesca a incidere sulle decisioni fondamentali. La direzione è una cassa di risonanza. È un luogo dove lui fa dei discorsi e viene applaudito. Poi si vota a maggioranza cose che dovrebbero vincolare tutti. Ma la politica è ascolto, scambio, mediazione»

MASSIMO D’ALEMA: «VOGLIONO SBARAZZARSI DEL CENTROSINISTRA, IL PARTITO DELLA NAZIONE? GIÀ ACCADUTO»

Anche perché secondo Massimo d’Alema l’intenzione della segreteria Renzi è quella di superare la fase a sinistra suscitando preoccupazione anche in una persona come Denis Verdini:

«Ma loro non vogliono tenere insieme il centrosinistra. Vogliono sbarazzarsene. Mi fanno ridere quelli che lanciano l’allarme sul partito della Nazione; il partito della Nazione è già fatto, è già accaduto. Lo schema mi pare evidente: approfittare della crisi di Berlusconi per prenderne il posto. Ma è un’illusione. Il problema non è Verdini, che è uomo intelligente e molto meno estremista di alcuni suoi partner del Pd. Verdini ha capito che se Renzi rompe con la sinistra va dritto verso la sconfitta, magari in un ballottaggio con i Cinque Stelle. Per questo, capendo di politica, è preoccupato»

Anche perché, conclude D’Alema, Matteo Renzi senza il centrosinistra non è più nessuno:

«Secondo me, una volta lacerato il centrosinistra, non viene il partito della Nazione; viene il populista Grillo. O viene la destra. Perché il ceto politico berlusconiano che oggi si riunisce attorno a Renzi non gli porterà i voti di Berlusconi. La destra è confusa, ma esiste, e una volta riorganizzata voterà per i suoi candidati. Renzi sposterà voti marginali, non paragonabili a quelli che perde. Di questo bisogna discutere, anziché insultare la gente. La vera sfida è come si ricostruisce il centrosinistra. Ed è, oggi, una battaglia che non si conduce più, oramai, soltanto all’interno del Pd»

MASSIMO D’ALEMA, LE REAZIONI SU TWITTER

Le parole di Massimo D’Alema, così forti all’indirizzo del Segretario Pd e Presidente del Consiglio faranno parlare la politica per i giorni a venire. Il messaggio è chiaro, lo strappo con la sinistra è ormai cosa fatta e l’unica soluzione è la scissione. L’ipotesi, probabilmente mai espressa così chiaramente, sta facendo discutere gli elettori su Twitter.

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