Elezioni Roma 2016, Guido Bertolaso: «Delegittimato da Salvini? Ha accettato percorso, smusseremo» | VIDEO

05/03/2016 di Alberto Sofia

C’è chi le ha bollate come “primarie finte” in salsa romana. Consultazioni plebiscitarie, senza avversari. Soltanto un nome e una domanda: “Consideri Guido Bertolaso l’uomo giusto per guidare Roma?“. Prendere o lasciare, per blindare quel candidato che Silvio Berlusconi non intende scaricare in vista delle Elezioni Roma 2016, nonostante le picconate e le retromarce di Matteo Salvini. Altri ancora, come il candidato de La Destra Francesco Storace, le hanno ridicolizzate e bollate come “cazzarie”. L’ex capo della Protezione civile, però, resiste, forte dell’investitura confermata dal Cav. E, ai microfoni di Giornalettismo Tv dalla convention del Ppe con Antonio Tajani, minimizza la portata dei gazebo che saranno organizzati dalle forze del centrodestra tra il 19 e il 20 febbraio in vista delle elezioni 2016 a Roma: «Non sono primarie, si tratta di una consultazione democratica dove ogni cittadino avrà la possibilità di andare a uno dei gazebo per esprimere le proprie idee, il proprio parere e anche il proprio dissenso rispetto al candidato che viene presentato e ai programmi che vengono proposti».

GUARDA LE INTERVISTE A GUIDO BERTOLASO, MAURIZIO GASPARRI E RENATO BRUNETTA

GUIDO BERTOLASO E LA MEZZA APERTURA DI SALVINI:«NON IL MIO CANDIDATO. MA MI INCHINERÒ AL VERDETTO DEI CITTADINI».

Resta il nodo Salvini. Perché se il leader del Carroccio è passato dal “Mai con Bertolaso” all’apertura sulle primarie farsa con un candidato solo, i suoi attacchi sono quotidiani: «Non è il mio candidato, il 19 non lo sosterrò. Una consultazione ci sarà, seppur con un solo nome. Se i romani sceglieranno Bertolaso? Mi inchinerò al volere dei cittadin, ha rilanciato sul Corriere della Sera. Dall’Ergife Palace Hotel della Capitale Bertolaso ha preferito non alimentare la polemica: «Se mi sento delegittimato da Salvini? No, guardi, siamo in democrazia. Quello che è importante è che abbia comunque approvato questa procedura della consultazione. Poi, andando avanti, spero di avere presto un confronto anche con lui. Smusseremo tutti gli angoli, lui è una persona molto intelligente e molto attenta anche ai problemi di Roma», ha replicato dopo aver poche settimane fa accusato il leader del Carroccio di “odiare” Roma.

GUIDO BERTOLASO E LA FAIDA CAPITALE

Una faida Capitale del centrodestra nella quale anche Fdi resta alla finestra: «Gazebo entro una settimanaSe Bertolaso rimane il candidato unico della coalizione per noi è un ottimo candidato, altrimenti se gli altri alleati non confermeranno quel sostegno, anche noi andremo per la nostra strada e già sappiamo che cosa fare», ha replicato pure Giorgia Meloni. Altro nome che è stato rievocato come extrema ratio, nonostante la gravidanza, per tentare di ricucire. Nulla da fare, Berlusconi e Fi questa volta si sono impuntati. E il Cav non intende concedere aperture sulle primarie, se non i gazebo finti del 19. «Noi vogliamo ascoltare i romani e  proporre ai romani un programma chiaro e condivisibile, non temiamo assolutamente nulla. Salvini, Meloni e Berlusconi hanno chiesto a Bertolaso di candidarsi, Bertolaso si è candidato e farà il sindaco. Perché Salvini insiste? Perché insiste lei se su Salvini non voglio risponderle», ha replicato scocciato a Giornalettismo Renato Brunetta.

GUIDO BERTOLASO, LE PICCONATE DI SALVINI E GLI ATTACCHI DI MARCHINI: «HA PAURA DEL CONFRONTO»

«La realtà è che Salvini continua a voler racimolare consenso con questo tiro e molla sui nostri elettori», ammette un big azzurro coperto dall’anonimato dall’Ergife. «Se qualcuno pensa di cannibalizzare Fi ha sbagliato indirizzo. Noi non raccogliamo acque sui fiumi sacri, né sopra né sotto il Po. Noi ci rivolgiamo ai cittadini, non ai partiti», ha provocato dal palco della kermesse Marcello Fiori. E pure Gasparri, uno che avrebbe preferito convergere sul nome di Alfio Marchini, si allinea alle accuse alla Lega: «Capisco che Salvini rialzi sempre l’asticella, ma il protagonismo va abbandonato perché dobbiamo far partire la campagna per Bertolaso». La certezza è che tra Bertolaso, le picconate della Lega e le corse parallele di Marchini e Storace, il centrodestra rischia di restare fuori dal ballottaggio. Con lo stesso imprenditore che ha lanciato la sua campagna elettorale attaccando lo stesso ex capo della Protezione Civile: «Bertolaso ha paura del confronto. L’ho chiesto tante volte. Ma lui si nega. Mi fa tenerezza. Sempre al telefono con papà Berlusconi». L’ultimo scudo rimasto per il candidato “congelato”. Con Salvini che, al di là della conferma o meno di Bertolaso, sembra guardare già oltre, con un messaggio al Cav: se Bertolaso fallirà, non sarà una sconfitta della Lega.

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