Differenze tra migranti, profughi e richiedenti asilo

03/03/2016 di Redazione

Differenze tra migranti, profughi e richiedenti asilo

, da ormai diversi mesi la crisi dei migranti occupa i media e i governi europei. A livello di significato ci sono differenze anche rilevanti tra i termini migranti e richiedenti asilo, anche se spesso sono utilizzati, come la parola profuga, come termine generico per indicare chi scappa da Paesi più poveri o in una situazione di guerra.

MIGRANTI

Migranti è ormai la parola più utilizzata dai media per descrivere le persone che si spostano alla ricerca di migliori condizioni di vita. Il termine migrante ha sostituito nell’uso corrente la parola immigrato così come emigrato. La differenza tra i due riguarda la provenienza geografica: gli immigrati sono stranieri che partono verso un determinato Paese, gli emigranti sono cittadini di un determinato Paese che si trasferiscono all’estero. Per poter risiedere legalmente in un Paese diverso da quello in cui si è cittadino è necessario avere un permesso di soggiorno. In Italia il permesso di soggiorno è rilasciato dalla polizia di Stato, ed è necessario per gli stranieri extracomunitari, ovvero provenienti da Paesi esterni all’Unione europea, che vogliono rimanere più di 8 giorni nel nostro Paese.

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MIGRANTI IRREGOLARI E REGOLARI

Chi è entrato in Italia con un visto di ingresso turistico, che dura 3 mesi, deve chiedere il permesso di soggiorno per potervi rimanere. I migranti regolari sono gli stranieri extracomunitari che hanno ottenuto permesso di soggiorno per motivi di lavoro, subordinato, autonomo o stagionale, per motivi di studio oppure per un ricongiungimento familiare. I migranti irregolari, che sono definiti anche clandestini, spesso in modo dispregiativo, sono coloro i quali non hanno abbandonato l’Italia dopo un ordine di espulsione. I migranti irregolari rei di clandestinità, un reato penale, possono essere entrati in modo irregolare, sfuggendo ai controlli alle frontiere, oppure sono gli stranieri extracomunitari che non hanno abbandonato l’Italia nonostante la scadenza dei visti o del permesso di soggiorno.

PROFUGHI

Il profugo, come spiega il dizionario Treccani, è una persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo paese, la sua patria in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, oppure a cataclismi come eruzioni vulcaniche, terremoti, alluvioni, ecc. (in questi ultimi casi è oggi più com. il termine sfollato). Il termine è generico, ed è un equivalente di migrante, anche se più specifico, visto che indica prevalentemente coloro i quali scappano da guerre o persecuzioni, gli stranieri a cui gli Stati sono vincolati a concedere lo status di rifugiato secondo la Convenzione di Ginevra del 1951.

RICHIEDENTI ASILO

L’asilo è la protezione offerta da uno Stato a uno straniero che abbandonato il proprio Paese per timori di persecuzioni a causa di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche e che non vuole ritenervi. Chi ottiene l’asilo in base alla normativa diventa rifugiato, o rifugiato politico, il termine è equivalente, e riceve un permesso di soggiorno per poter rimanere e lavorare nel Paese che l’ha accolto. I richiedenti asilo sono coloro che fanno domanda di protezione internazionale a uno Stato straniero, e risiedono nei centri d’accoglienza in attesa della risposta delle autorità competenti, in Italia prima la questura e poi un dipartimento del ministero degli Interni.

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