Quando il Movimento 5 stelle sosteneva la maternità surrogata

02/03/2016 di Redazione

Lo ha detto la candidata M5S Virginia Raggi a Porta a Porta, lo ha ribadito Beppe Grillo in un lungo post contro Nichi Vendola: la maternità surrogata non è roba da 5 stelle. Eppure c’era un tempo (e c’è una proposta di legge) in cui M5S proponeva l’utero in affitto. Si tratta del ddl 393 depositato in Senato da alcuni esponenti come Airola, Buccarella, Crimi e Lezzi e che, come ricorda l’Espresso in un pezzo a firma di Simone Alliva, all’articolo, comma 4, dispone “l’abrogazione delle parti della legge n. 40 del 2004” ovvero la cancellazione del divieto di ricorrere alle tecniche di procreazione assistita da parte delle coppie dello stesso sesso e per le tecniche di stampo eterologo.

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«L’articolo – recita la relazione introduttiva del ddl – dispone che il coniuge dello stesso sesso è considerato genitore del figlio dell’altro coniuge fin dal momento del concepimento in costanza di matrimonio, anche quando il concepimento avviene mediante il ricorso a tecniche di riproduzione medicalmente assistita, inclusa la maternità surrogata». Riporta l’Espresso:

Tre anni fa, quindi, il Movimento si schierava, mettendolo nero su bianco, a favore della maternità surrogata. Il partito di Beppe Grillo puntava in alto. Poi però si sono registrate le incertezze sulle unioni civili che hanno portato alla libertà di coscienza sulla stepchild adoption.

«Inoltre – prosegue le relazione – per consentire anche il ricorso alla maternità surrogata, si abroga il divieto di dichiarare la volontà di non essere nominata, imposto alla donna che faccia nascere un figlio a seguito dell’applicazione di tecniche di procreazione medicalmente assistita».

(credits AnsaFoto)

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