Michele Serra: «Petaloso l’ho scritto nel 1991. Non lo ricordavo, sono come Foscolo»

Petaloso“, il termine scritto da Matteo, 8 anni, e approvato dall’Accademia della Crusca, non è una novità. Non è un neologismo. Venne utilizzato nel 1693 per definire il fiore di peperoncino dal botanico James Petiver nel libro Centuriae Decem Rariora NaturaePetaloso è stato però usato anche da Michele Serra nel 1991 a proposito dei fiori di Sanremo.

PETALOSO, IL TERMINE SCRITTO DA MICHELE SERRA NEL 1991

Petaloso resta quindi un “errore bello”, come segnalato dalla maestra di Matteo, ma non è una novità. Michele Serra nel febbraio 1991 su Panorama nell’articolo “Il Festival dalla A alla Z” parlando dei fiori della kermesse scrisse:  «I fiori di Sanremo sono iperrealisti: troppo petalosi e colorati, sono di rappresentanza e dunque la mettono giù dura». Una frase di ormai 25 anni fa, quindi, dimenticata dallo stesso autore ma che ritorna vista anche improvvisa attualità dell’aggettivo “petaloso”, oggetto di discussione in tutto il Paese.

PETALOSO: «L’HO SCRITTO IO? NON ME LO RICORDAVO. MI SENTO COME CARDUCCI E FOSCOLO»

Lo dice lo stesso Michele Serra in un’intervista rilasciata a Repubblica Tv: «Mi sento come Carducci e Foscolo nel senso della vetustà: ho scritto cose che emergono dagli archivi polverosi. Non me lo ricordavo e non so se esserne orgoglioso ma forse si. Vuol dire che la lingua si muove e si evolve. Volevo dire che erano fiori petalosi forse perché troppo in carne, esageratamente belli».

PETALOSO: «NON C’ERA BISOGNO CHE LA CRUSCA DICESSE SI’ A PETALOSO»

«Le lingue -continua Michele Serra a proposito di ‘petaloso‘- s’inventano, per questo si chiamano lingue vive per distinguerle dalle lingue morte. La Crusca ha fatto bene a dire che si può usare e anzi, non c’era bisogno che lo dicesse la Crusca perché è una parola che fa capire da subito ciò che significa. Petaloso è un fiore con molti petali, molto ornato, molto sicuro di sé stesso».

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