Brexit, cosa dicono i sostenitori dell’addio all’UE

25/02/2016 di Redazione

Brexit

, chi sostiene la Brexit ritiene che l’addio al Regno Unito all’UE possa garantire importanti benefici economici. Un argomento opposto a quello della maggioranza degli imprenditori e degli economisti britannici, che ritengono esiziale la perdita dell’accesso al mercato unico europeo, che conta 400 milioni di consumatori a cui vendere con regole comuni e senza alcun costo aggiuntivo per le aziende comunitarie.

BREXIT CONSEGUENZE

Il 23 giugno 2016 la Gran Bretagna voterà il referendum sulla Brexit. Il sì sostenuto da David Cameron prevede la permanenza del Regno Unito nell’UE con un rafforzamento del ruolo già particolare goduto dal Paese nei Trattati e nelle normative europee. Una posizione condivida dalla maggior parte della grande industria britannica, come mostrato dalla lettera di 200 imprese, tra cui colossi come Vodafone, o Jaguar Land Rover, che chiedono di non abbandonare l’Unione europea per evitare drammatiche conseguenze economiche. I sostenitori della Brexit sono però altrettanto convinti che un Regno Unito al di fuori dall’UE possa garantire alla sua economia benefici tali da compensare la perdita del mercato unico europeo. Una posizione rivendicata dal gruppo Business for Britain, che rappresenta le imprese schierate per la Brexit, tra cui c’è anche il fondatore della Reebok Joe Foster. I favorevoli alla Brexit ritengono che l’addio alla regolamentazione comunitaria possa stimolare una forte crescita delle esportazioni, grazie anche al voto britannico in sede di Wto. Allo stesso modo la City di Londra potrebbe essere molto più aggressiva nell’offerta dei suoi prodotti senza le regole europee, un modello definito da The Economist come Singapore agli steroidi.

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BREXIT COSA SIGNIFICA

L’addio all’UE inquieta le grandi banche londinesi, che in diversi studi hanno evidenziato come la Brexit potrebbe generare vantaggi per il processo disgregativo dell’UE. Una speculazione plausibile anche se non certa, così come appare altrettanto fragile la capacità dell’economia britannica di colmare la riduzione significativa dell’interscambio con i suoi più importanti partner commerciali, i Paesi dell’Unione europea. I sostenitori della Brexit ritengono l’UE un progetto politico trasformato per sempre dall’euro, visto che l’unificazione monetaria produrrà una sempre più stretta integrazione economica e politica. In questo modo chi non aderisce all’euro perderà la possibilità di bloccare i Paesi della moneta unica all’interno dell’UE nei progetti di integrazione che riguardano anche loro. Una tesi plausibile, anche se piuttosto smentita dalla realtà di questi mesi, come mostrano le divisioni sulla crisi dei migranti. Benchè fuori dalla moneta unica, in nessuna piazza finanziaria si scambiano così tanti euro come a Londra: il doppio rispetto a tutti gli altri 19 Paesi dell’unione monetaria. La Brexit renderebbe difficile mantenere questo vantaggio. I favorevoli dell’addio all’UE rimarcano come la burocrazia di Bruxelles e i fondi europei costino ai cittadini britannici 9265 sterline all’anno, che potrebbe essere restituite in caso di Brexit.

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