Cosmopolitica, la costituente di SI. Ma c’è il nodo Comunali: l’ombra di Marino su Fassina

20/02/2016 di Alberto Sofia

Cosmopolitica: Sinistra Italiana lancia le basi per il partito. Ma c’è il nodo delle elezioni 2016: l’ombra di Marino su Fassina a Roma

Uno è già in campo da settimane per la corsa al Campidoglio, l’altro medita vendetta contro Matteo Renzi, ma attende ancora di sciogliere le sue riserve. Da una parte Stefano Fassina, candidato in pectore della sinistra romana alle elezioni 2016, dall’altra Ignazio Marino, sindaco uscente della Capitale. In comune c’è l’avversione nei confronti del premier-segretario, quella “mano invisibile” che orchestrò da Palazzo Chigi la “congiura” dei consiglieri capitolini contro la Giunta del sindaco “Marziano”, con tanto di firme dal notaio. Ma se Marino non ha ancora chiarito se vorrà o meno lasciare il Nazareno, Fassina la sua scelta l’ha già fatta. Aderendo con altri ex dem come Alfredo D’Attorre e Carlo Galli a quella Sinistra italiana che dal Palazzo dei Congressi dell’Eur di Roma sta ora lanciando le basi della “costituente” del nuovo partito. Tre giorni dal nome suggestivo, “Cosmopolitica“: dopo il lancio del gruppo parlamentare unitario (per ora senza Civati e il movimento Possibile), è il “battesimo” del congresso di dicembre, evento fondativo del nuovo partito a sinistra del Pd renziano.

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Prima, però, in calendario ci saranno tappe che per gli ex dissidenti Pd e Sel saranno fondamentali: dal referendum sulle trivelle del 17 aprile, passando per quello di ottobre – decisivo – sulle riforme costituzionali, al quale Renzi ha legato il suo stesso destino politico. Nel mezzo, il nodo delle Amministrative: Sel ha già strappato quasi ovunque dal Pd, con l’eccezione di Milano, dove ha sostenuto le primarie poi vinte da Sala, e Cagliari, dove proverà il bis con Zedda.

A Roma, invece, per Fassina sarà corsa in solitaria, almeno per ora. Perché sulla corsa dell’ex viceministro c’è proprio l’ombra del chirurgo Marino, “convitato di pietra” anche alla kermesse di Sinistra Italiana. E al quale Fassina ha già lanciato l’appello per “unire le forze” ed evitare un derby fratricida alle urne di giugno:  «Confrontiamoci, con un metodo democratico, partecipato». Le “primarie della sinistra“, c’è chi le ha già ribattezzate. «Non le vecchie consultazioni, ma assemblee quartiere per quartiere», precisano però da Sel, per evitare un remake «di un sistema morto con la fine del centrosinistra, imposta da Renzi». Marino per ora nicchia, pur apprezzando il lavoro di Fassina, in attesa di risolvere anche le grane giudiziarie e il caso scontrini. «Un chirurgo non lascia l’operazione dopo la parte più difficile», aveva però anticipato, lasciando aperta la strada verso la ricandidatura a Roma. Medita a una lista, poi, chissà. Di certo, come Fassina, c’è stato il “no” alle primarie dem: «Consultazioni ipocrite, non parteciperò. Le ho già fatte e vinte». Messaggi rivolti sia in direzione Palazzo Chigi quanto verso Roberto Giachetti, l’ex radicale e deputato renziano che parte favorito, sondaggi alla mano, nei gazebo dem del 6 marzo contro Roberto Morassut.

A sinistra, però, Fassina è già in campagna elettorale. E un passo indietro, al di là delle pressioni di una parte di Sel Roma, è escluso dal diretto interessato: «Non è una questione personale. Nessuno capirebbe se non ci fosse il pieno coinvolgimento di chi sta portando avanti questo progetto», spiega lo stesso Fassina a Giornalettismo da Cosmopolitica.

COSMOPOLITICA, IL NODO ELEZIONI 2016 PER SI: FASSINA O MARINO NELLA CAPITALE? ASPETTANDO IL PD…

Ma dentro Sel c’è chi insiste: «Uno è di troppo, bisognerà fare presto una scelta nel caso Marino accetti di presentarsi ancora», spiegano da un pezzo di Sel, quella capitolina, che mai si è esaltata per la corsa dell’ex viceministro dell’Economia. Non è un caso che pezzi importanti dello stesso partito romano non ritengano la partita chiusa: «Al momento c’è la candidatura di Fassina, vedremo dopo le primarie Pd quale sarà il quadro politico che ci troveremo davanti», è l’avvertimento di Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio. Altri sono invece certi che Marino si limiterà a un appoggio esterno, nel ruolo del kingmaker, del regista, anche per via dei problemi di natura giudiziaria ancora irrisolti. «Tutto sarà chiaro dai primi di marzo», chiariscono da Cosmopolitica, dopo che il Pd avrà scelto il suo nome.

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Ma non c’è solo la grana Roma per Sinistra Italiana. Anche a Milano, c’è chi lavora per una candidatura alternativa, nonostante la partecipazione di Sel alle primarie vinte da Giuseppe Sala. E non manca il pressing nei confronti di Giuseppe Civati, restio a correre in prima persona: «Pippo sarebbe una soluzione forte, in grado di sviluppare un percorso che si è interrotto», spiega lo stesso Fassina. Ma dal Sel c’è chi avverte: va rispettata l’autonomia dei territori: «Noi abbiamo fatto una scelta, Balzani sta lavorando per una lista arancione dentro la coalizione». Il nodo resta sempre lo stesso: quel rapporto con il Pd che alcuni vorrebbero archiviare per sempre, altri tenere aperto, nonostante Renzi. Non a caso a Cosmopolitica arriveranno pure Zedda e lo stesso Giuliano Pisapia. Espressioni di quei territori che non vogliono che il centrosinistra classico venga cancellato. Resta il conflitto interno più grande. Senza contare il nodo della leadership per il nuovo soggetto, altro capitolo che sarà spinoso: con Nichi Vendola ormai da parte (di ritorno dal Canada solo domenica, presente forse solo con un messaggio video), da Nicola Fratoianni allo stesso Fassina, in tanti nutrono ambizioni. Compreso l’ex Cgil Sergio Cofferati: «Nulla è impossibile, ma l’importante è che sia chiaro che noi puntiamo sull’energia dei giovani», sorride per ora di fronte a chi gli chiede se punta a diventare il nuovo Sanders o il Corbyn di Sinistra Italiana, vista l’età. Prima ci sono altre questioni più urgenti. Domani, chissà.

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