Scandalo sanità Lombardia: Fabio Rizzi teneva i soldi nel congelatore

18/02/2016 di Redazione

Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità di Regione Lombardia è sereno nonostante la reclusione nel carcere di Monza insieme a altri otto indagati e nonostante i carabinieri abbiano trovato a casa sua 1.600 euro chiusi nel congelatore, 5 mila franchi svizzeri in una busta, e 15 mila euro in una cassaforte lungo la scala che conduce ad una mansarda.

FABIO RIZZI RINCHIUSO NEL CARCERE DI MONZA

 

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera Fabio Rizzi si è rivolto al suo legale andando subito al punto: «Avvocato, parliamo delle carte» perché, parole del suo legale Monica Alberti, Fabio Rizzi è

«Concentrato sull’indagine, vuole difendersi e chiarire tutto ed è pronto all’interrogatorio di garanzia»

nonostante le accuse maturate nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti per gli appalti dei servizi di odontoiatria degli ospedali lombardi.

FABIO RIZZI, LE ACCUSE DEGLI INQUIRENTI

 

Secondo l’accusa, le cui indagini hanno portato all’arresto di 21 persone tra cui Fabio Rizzi, ora in carcere a Monza con altri 8 indagati mentre altre sette persone son ai domiciliari e cinque con obbligo di dimora, sono stati «sviliti» i servizi sanitari in nome di

interessi personali, speculazioni anche su progetti umanitari, come la costruzione di un centro pediatrico in Brasile, o sulle attività del Buzzi, l’ospedale dei bambini di Milano. Negli atti risulta anche un «pizzino» con un presunto accordo, con tanto di cifre su presunte tangenti da incassare in futuro, tra Longo e Maria Paola Canegrati, l’imprenditrice al centro del presunto sistema corruttivo

Secondo l’accusa Fabio Rizzi discute dei soldi trovati a casa sua con la compagna Lorena Pagani, quest’ultima ai domiciliari, e per gli inquirenti tale denaro rappresenta

parte del «prezzo della corruzione» attuata dalla Canegrati per ottenere appalti nella gestione dei servizi ospedalieri di ortodonzia. Dalla conversazione emergono le difficoltà nel versare la somma in banca. «Tu come fai con i pezzettoni che hai in mansarda?». Rizzi dovrà forse anche spiegare al gip perché sarebbe «entrato a gamba tesissima» (espressione del coindagato Longo) sulla proprietà del Gruppo ospedaliero San Donato, in particolare su Paolo Rotelli, presidente del Cda, «nel tentativo di imporre la propria linea», come viene riportato agli atti, ossia imporre le società della Canegrati, che aveva trovato la porta sbarrata. Vicenda sulla quale dall’azienda interessata non fanno commenti

FABIO RIZZI, IL RUOLO DI MARIA PAOLA CANEGRATI “E IL LAVORO AI LOMBARDI”

Pur di imporre le imprese della Canegrati secondo le intercettazioni gli indagati sarebbero stati disposti a fare muro contro un gruppo svizzero interessato a fare un’offerta per un appalto presso l’Istituto stomatologico italiano:

«Gli ho detto non vi permettete, qua è Regione Lombardia, lavorano i lombardi». In Svizzera, tra l’altro, sono state avviate le rogatorie per cercare i soldi della Canegrati, la donna che, secondo Longo, «dal punto di vista politico versa 15 milioni di euro alla Regione e da lavoro più o meno a 1.000 persone».

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