Beppe Grillo e il vero spettacolo fuori dal Teatro Brancaccio| VIDEO

Maschera da gorilla, giubbotto blu. Beppe Grillo scappa così dentro il teatro Brancaccio a Roma. Con lui, qualche ingresso più avanti, un complice dotato di maschera da tigre riesce a distrarre gran parte delle telecamere. Il leader del Movimento 5 stelle svia così la stampa durante la seconda serata del suo spettacolo Grillo vs Grillo. Scappa, mentre fuori, alla spicciolata, arriva la deputata Roberta Lombardi che deve affrontare gli attivisti LGBT. Il Gay Center per l’occasione ha lanciato la prima tappa del “Vaffa Gay tour” in segno di protesta contro il no grillino al supercanguro sulle Unioni Civili.

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(foto Ansa Angelo Carconi)

BEPPE GRILLO, LA PROTESTA GAY E LA CALMA LOMBARDI

L’opera c’è, gli attori pure. Da una parte il presidio di Gay Center dall’altra attivisti 5 stelle. Mentre c’è chi urla di pensare alle tasse e al governo Renzi c’è chi riesce a fermarsi con i militanti LGBT e giustificare il canguro. E a parlare. «È una questione di coerenza», spiega un signore ad uno dei ragazzi. Si tira in ballo la democrazia e il sacrosanto diritto di votare gli emendamenti Lega. Un mantra ripetuto anche dalla romana Lombardi. Cinquecento, in nome della discussione democratica. «Mi faccio portavoce delle vostre legittime richieste», spiega la deputata capitolina. Lombardi sorride, annuisce, mantiene una calma serafica. C’è chi se l’è passata peggio di lei però. Roberto Fico al suo arrivo continua a ripetere l’ordine pentastellato. Ma non funziona.

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GRILLO, LA PROTESTA GAY, ROBERTO FICO E LA LITE CON L’EX M5S BENCINI

Il deputato arriva davanti all’ingresso. Si ferma a parlare ma all’improvviso il colpo di teatro: si palesa una ex pentastellata, Alessandra Bencini. Toscana, in compagnia di un altro toscano, l’ex M5S e senatore Maurizio Romani. Bencini attacca Fico. «Io non li prendo per il c… . A giugno 2013 presentammo i matrimoni egualitari. Sai che voleva dire? ». Fico cerca di ingnorarla e si concentra sul militante LGBT. «Non è una battaglia politica ma il canguro era una cosa incostituzionale», spiega il campano. Lei continua a urlare dietro le quinte attirando campanelli di telecamere. Alla fine il presidente della Commissione Vigilanza Rai sbotta con l’ex collega. Alza la voce. «Vai vai», le urla il deputato prima di entrare e scomparire dal circo mediatico.

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Questa è l’ultimo atto del melodramma in salsa M5S andato in scena ieri sera. Lo striscione sulle Unioni Civili viene riavvolto, il Grillo contro Grillo inizia. La folla si dilegua ma la piece del Movimento, in difficoltà per il no al supercanguro, continua. Dentro Palazzo Madama, fuori, nei sit-in organizzati dal popolo LGBT e sulle bacheche dei parlamentari. «E’ importante che i 5 stelle ci ripensino – spiega Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center – si parla di discutere i 500 emendamenti della Lega. Grillo facendo così si è avvicinato a un partito che ha delle persone inquisite. Non ai gay. Se ci vuole sostenere faccia meno politica e più concretezza».

(Photocredit copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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