Unioni civili: cosa succede adesso

16/02/2016 di Donato De Sena

Non è un caso se il confronto di questi giorni tra maggioranza e opposizioni al Senato sulle unioni civili è estremamente acceso. Il tema è delicato. In materia di riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali destra e sinistra hanno visioni a volte diametralmente opposte, come dimostrano le posizioni su adozioni e stepchild adoption. Ma i toni duri derivano anche dall’iter che il disegno di legge Cirinnà dovrà seguire una volta ottenuto il via libera a Palazzo Madama. Al Senato, a differenza della Camera dei deputati, il governo gode di una maggioranza molto più ristretta che a Montecitorio. L’approvazione del testo in questi giorni al Senato, in sostanza, può valere quasi quanto un’approvazione definitiva del ddl, ad una sua definitiva trasformazione in legge.

 

UNIONI CIVILI, LA GUIDA
Cosa è il patto di convivenza
Cosa è la convivenza di fatto
Cosa sono le unioni civili
Stepchild Adoption: cos’è

 

A Palazzo Madama la coalizione a sostegno dell’esecutivo Renzi, composta da Pd, senatori eletti nelle liste di Scelta Civica, centristi di Ncd, Udc e Centro Democratico, socialisti e autonomisti può vantare circa 170 seggi, una decina in più dei 161 necessari per ottenere la maggioranza assoluta, la tranquillità numerica. Al Senato basta quindi il voto contrario di un solo gruppo numericamente rilevante (è il caso ad esempio di Area Popolare) per mettere a rischio il via libera alle leggi e costringere il governo (proprio come sta accadendo sulle unioni civili) a trovare su propri provvedimenti l’appoggio di formazioni di opposizione (Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana e verdiniani di Ala). Discorso diverso va fatto invece per la Camera. A Montecitorio l’asticella della maggioranza assoluta è fissata a quota 316 seggi (la metà più uno dei 630 deputati), il gruppo Pd, da solo, può vantare ben 301 membri, mentre due gruppi largamente favorevoli al ddl Cirinnà sulle unioni civili come Sinistra Italiana e 5 Stelle sono composti complessivamente da 122 deputati. Il totale (senza considerare altre formazioni minori) è di 423 seggi, che valgono la quasi certezza del sì alla legge.

UNIONI CIVILI, IL VOTO AL SENATO CON IL NODO OSTRUZIONISMO

Ci sono meno certezze rispetto ai tempi di approvazione del ddl Cirinnà. La durata delle votazioni agli articoli su unioni civli e convivenza di fatto al Senato è infatti vincolata all’approvazione o meno di emendamenti ‘canguro‘, che consentono di far decadere centinaia o migliaia di altre proposte di modifica. Alle 16.30 di oggi, ad inizio seduta, il presidente Pietro Grasso sarà chiamato ad esprimersi sull’ammissibilità degli emendamenti e ad annunciare anche su quali di essi è stata avanzata la richiesta di votazioni segrete e quanti scrutini segreti, articolo per articolo, saranno consentiti. Poi i lavori dell’assemblea proseguiranno fino alle 20. Il primo voto è previsto sull’emendamento Marcucci, ribattezzato in queste ore come ‘supercanguro‘. Quello proposto da Marcucci è un emendamento all’articolo 1 che contiene tutti i punti più controversi della legge. Se venisse approvato, farebbe cadere in un solo colpo solo quasi tutte le proposte di modifiche presentate dalle opposizioni (circa 5mila). In questo caso il via libera alla legge potrebbe dunque arrivare entro la fine della settimana. Con una mancata approvazione del ‘supercanguro’, invece, diventerebbe più complicato stimare la data del voto finale alla legge. In ogni caso, il lavoro dell’Assemblea proseguirà anche domani, fino alle 22, e giovedì, fino alle 18.

UNIONI CIVILI, ITER IN DISCESA ALLA CAMERA

E quanto tempo servirà a Montecitorio per approvare la legge sulle unioni civili? Anche in questo caso non ci sono certezze, ma è chiaro che il governo e la maggioranza che lo sostiene potrebbero concludere l’iter anche in pochi mesi. La trattazione del ddl Cirinnà in Commissione Giustizia al Senato è cominciata lo scorso 12 ottobre, quattro mesi prima delle votazioni decisive in Aula. La trattazione in consultiva in Commissione Affari Costituzionali e in Commissione Bilancio è cominciata il 2 febbraio per concludersi il 10. I tempi per l’arrivo del testo a Montecitorio e il via libera definitivo saranno dunque determinati dalla volontà o meno della maggioranza di accelerare in un percorso che dopo il passaggio al Senato sarà tutto in discesa. Alla Camera ovviamente, per non compromettere l’iter e scongiurare un ritorno al Senato, la legge dovrà essere approvata senza modifiche.

UNIONI CIVILI, DOPO LA LEGGE I DECRETI LEGISLATIVI

Dopo l’approvazione definitiva la legge verrà promulgata dal presidente della Repubblica e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Entro trenta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta, un decreto del presidente del Consiglio stabilirà le disposizioni transitorie necessarie per la tenuta dei registri delle unioni civili nell’archivio dello stato civile. Entro sei mesi, poi, come stabilisce l’art. 8 del ddl Cirinnà, il governo adotterà uno o più decreti legislativi in materia di unioni civili per: adeguare alla nuova legge le disposizioni dell’ordinamento dello stato civile; modificare le norme in materia di diritto internazionale privato prevedendo l’aapicazione delle unioni civili alle coppie omosessuali cha abbiano contratto matrimonio all’estero; e, infine, modificare ed integrare normative per il necessario coordinamento con la nuova legge delle disposizioni contenute in altre leggi, regolamenti e decreti.

(Foto: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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