Il giallo dell’avvocato di Gigi Buffon, «ucciso dalla sorella anestesista»

13/02/2016 di Redazione

Marco Valerio Corini: la sua morte è un giallo. L’avvocato, che fu anche presidente dello Spezia Calcio e il legale di Gigi Buffon, è morto a 51 anni lo scorso 25 settembre, a causa di una malattia diagnosticatagli qualche mese prima. Ma ora per la sua morte è formalmente accusata di omicidio la sorella dell’uomo, Marzia Corini, che gli avrebbe somministrato farmaci in quantità massicce per accelerarne la morte. La donna, medico anestesista, è stata arrestata a La Spezia con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

La vicenda di Marco Valerio Corini è raccontata da Erika Dellacasa sul Corriere della Sera, che spiega come le indagini sulla morte dell’avvocato Corini siano partite da una denuncia della fidanzata dell’uomo, che aveva denunciato proprio la scomparsa del testamento in cui lei era nominata unica erede:

Insieme all’anestesista è stata indagata per circonvenzione di incapace un’avvocatessa, Giuliana Feliciani, che — sempre secondo le indagini condotte dai carabinieri su ordine dei pm spezzini — avrebbe indotto Marco Valerio Corini ormai prossimo alla fine a distruggere un testamento per redigerne un altro in netto favore della sorella. L’uomo, cinquantenne, avrebbe manifestato la volontà nelle ultime settimane di vita di sposare la compagna poco più che ventenne, conosciuta qualche anno prima. Il matrimonio non c’è stato. C’è stato invece un testamento modificato. È questo il punto su cui si incardina l’accusa contro Marzia Corini che ha assistito il fratello nel settembre scorso. Marco Valerio, la cui malattia si è manifestata poco prima dell’estate, è morto il 25 dello stesso mese.

La sorella di Corini, che lavorava negli ospedali di Pisa ma che era anche molto impegnata nel sociale, si trova ora agli arresti domiciliari in attesa che venga chiarita la sua posizione:

C’è chi fa notare che un anestesista può essere tentato di usare la mano pesante con la morfina e con gli oppiacei in genere davanti alle sofferenze di un familiare, ben sapendo che nulla è più possibile da un punto di vista della cura. È un grave errore, in alcuni casi può sconfinare nel reato, ma ben altra cosa è un omicidio volontario con un movente di interesse. Un legame di causa-effetto, questo, ancora tutto da dimostrare ma che, per il momento, ha determinato l’arresto della dottoressa.

(Photocredit copertina: ANSA)

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