«Boko Haram, le ragazze rapite costrette a diventare attentatrici suicide»

12/02/2016 di Redazione

Boko Haram ragazze rapite, sono sempre più numerosi gli attentati sucidi compiuti da giovani donne per il conto dei terroristi islamici nigeriani. Secondo gli esperti le autrici di questi attentati potrebbero essere alcune delle ragazze rapite dai Boko Haram ormai due anni fa.

BOKO HARAM DONNE RAPITE

Nel campo profughi di Dikwa, nel Nord della Nigeria, sono morte 65 persone, nel vicino Stato di Yobe una bomba al mercato di Damataru ha provocato 15 morti. Questi due attentati sono stati compiuti da giovani ragazze, che sono riuscite a passare inosservate grazie al burka indossato. Sotto l’abito portavano cinture cariche di esplosivo che nessuno aveva controllato. Come rimarca Handelsblatt, sempre più giovani ragazze sono utilizzate dai Boko Haram per condurre attentati sanguinosi. Le giovani sono inviate appositamente dai terroristi islamici, perché suscitano meno sospetti, e nessuno le controlla in modo accurato negli Stati nigeriani di cultura musulmana, che tendono a evitare contatti corporali tra uomini e donne. Le giovani ragazze servono ai Boko Haram per la loro strategia comunicativa: una terrorista adolescente suscita più indignazione e conseguente eco mediatica rispetto a un commando maschile. In questo momento il governo della Nigeria appare impotente, incapace di riportare la situazione sotto controllo. Il nuovo presidente, Muhammadu Buhari, è diventato nuovo capo dello Stato anche grazie alla sua promessa di affrontare con più determinazione i Boko Haram, ma non è riuscito a rispettare quest’obiettivo, come mostrano i continui attentati compiuti dai terroristi sunniti affiliati all’ISIS.

STUDENTESSE NIGERIANE RAPITE DA BOKO HARAM

Secondo Amnesty International sarebbero 2000 le donne e le ragazze nigeriani finite prigioniere delle milizie Boko Haram. Da quanto risulta secondo le interviste condotte a chi è riuscita a scappare, le prigioniere sono costrette a subire violenze sistematiche, che arrivano fino all’omicidio, in caso di diniego rispetto alle richieste dei terroristi. Secondo diversi esperti, scrive Hansleblatt, tra le attentatrici suicide ci sarebbero alcune delle 275 studentesse nigeriane rapite da Boko Haram nell’aprile dal 2014. Le milizie fondamentaliste islamiche erano entrate nelle scuole della città nigeriana di Chibok, rapendo le giovani ragazze. Un crimine che aveva suscitato una forte eco internazionale, testimoniata dalla campagna Bring Back Our Girls, ancora attiva visto che molte studentesse nigeriane non sono mai tornate a casa. Per Amnesty ci sono diverse fonti di informazione, anche se per il momento nessuna prova, che le ragazze rapite siano state utilizzate per compiere attentati suicidi.

Photo credit: PIUS UTOMI EKPEI/AFP/GettyImages

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