I Senatori che timbrano e se ne vanno per non perdere la diaria

12/02/2016 di Redazione

Senatori e diaria, anche a Palazzo Madama a quanto pare esistono i furbetti del tesserino. Alcuni senatori arrivano al loro scranno, lo inseriscono e, non si sa se per dolo o dimenticanza, lo lasciano lì per poi andarsene via. Il loro voto non risulterà ma saranno considerati comunque presenti. E i senatori porteranno a casa la loro diaria.

 

SENATORI DIARIA, COSA PREVEDE IL REGOLAMENTO

Questo cosa significa? Che non subiranno le decurtazioni previste dal regolamento sul trattamento economico nei confronti di chi non partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco di una giornata e i Senatori conteranno sulla loro diaria. Secondo quanto riportato dal Messaggero questo “trucco” è applicato con metodo e costanza e puo’ portare grazie anche all’aiuto di un collega compiacente fino a 3.503 euro al mese, la diaria, a cui va aggiunta l’indennità da Senatore. Si potrebbe parlare di speculazioni giornalistiche ma è altrettanto vero che Pietro Grasso, presidente del Senato, ha incaricato il questore Antonio De Poli di fare una verifica.

SENATORI DIARIA, I NON PROVVEDIMENTI

Tutto, prosegue il Messaggero

nasce dalla necessità di garantire ai senatori la possibilità di essere ”presenti ma non votanti”. Necessità dettata dal fatto che in Senato, a differenza della Camera, l’astensione è considerata voto contrario. Nulla a che vedere dunque con i pianisti, vizietto non legato alla diaria.
«Quando la seduta è finita noi giriamo tra i banchi ed è… una pesca miracolosa», racconta un commesso, ovviamente off the records. I tesserini “dimenticati” vengono pazientemente raccolti e riconsegnati su richiesta del legittimo proprietario alla seduta successiva. Ogni senatore ha diritto a due badge nominali senza i quali non è possibile votare. Uno dei due resta sempre a Palazzo Madama. Viene riconsegnato dagli uffici solo su richiesta del titolare, disattivando il badge principale per fare in modo che abilitato ne resti uno solo.

Il Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano nella giornata di mercoledì ha lanciato il suo atto d’accusa invitando i Parlamentari a lavorare più delle loro 30/40 ore mentre Pietro Grasso ha chiesto che le commissioni si riuniscano anche il lunedì e il venerdì. E a proposito di commissione, prosegue il Messaggero:

 

Ieri, all’audizione in commissione Difesa sulla missione in Somalia, erano presenti, ad esempio, oltre al presidente La Torre 4 esponenti del M5S, 2 pd e 1 del gruppo per le autonomie. La miseria di 7 membri su 24. In compenso la diaria corre. È prevista della legge n°1261/1965, spetta a tutti i parlamentari a titolo di rimborso delle spese di soggiorno. Dal 1 gennaio 2001 è stata portata a 3.503 euro mensili. Somma che viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza. Dal 2012 inoltre, per arrestare l’assenteismo cronico dei nostri parlamentari, viene applicata un’ulteriore detrazione fino a 500 euro mensili per le assenze dalle sedute delle giunte delle commissioni permanenti e speciali, del comitato per la legislazione, nonché delle delegazioni parlamentari presso le assemblee internazionali. Per la cronaca: la diaria spetta anche ai parlamentari romani che pure spesi di viaggio e di affitto non dovrebbero averne. Che l’appello di Napolitano insomma sia piuttosto fondato è sotto gli occhi di tutti.

Segno che qualcuno in fondo non ha poi così tanta voglia di agire:

Perché nessuno prima di Grasso ha sollevato la questione dei ”furbetti” – sotto gli occhi di tutti, si scopre adesso – nel collegio dei questori? Bisognava aspettare Napolitano per scoprire che non è serio riunire le commissioni solo nei ritagli di tempo e nelle pause-pranzo? Qualche tempo fa Lorenzo Battista, senatore del Gruppo per le autonomie presentò un ddl in cui era prevista la decadenza degli assenteisti. Linea dura contro i fannulloni. Quel ddl è stato ripreso ma solo in parte, là dove si prevede il dovere di partecipare ai lavori assembleari, cosa per altro prevista nell’attuale regolamento. E la decadenza? Sparita. Meglio furbetti che decaduti

Share this article
TAGS