Come stanno andando i bombardamenti russi in Siria

11/02/2016 di Redazione

Come stanno andando i bombardamenti russi in Siria

è stato comunicato dal ministro della Difesa di Mosca. Grazie ai missile e alle bombe che continuano a essere lanciati contro i territori controllati da chi combatte il regime di Bashar Assad sono stati distrutti quasi 2 mila obiettivi dei terroristi, la formula con cui Vladimir Putin e la sua amministrazione definisce l’opposizione al dittatore siriano.

ISIS SIRIA ASSAD

L’aviazione russa ha condotto 510 operazioni militari in Siria, colpendo 1888 obiettivi terroristi nelle province di Aleppo, Latakia, Hama, Deir ez-Zoz, Daraa, Hasaka e Raqqa nell’ultima settimana. I bombardamenti nell’area di Aleppo, la più popolosa città siriana e la roccaforte della ribellione anti Assad, hanno suscitato le maggiori proteste internazionali. Angela Merkel ha condannato in modo oltremodo severo l’azione di Mosca, schierandosi con la Turchia che chiede da tempo alla Russia di sospendere i suoi bombardamenti a tappeto in Siria.

Il ministero della Difesa di Mosca si è difeso dall’accusa di provocare una fuga di decine di migliaia di siriani dalle zone di Aleppo per spingerli alla frontiere turche, e così mettere ulteriore pressione al Governo di Ankara nella gestione della crisi dei migranti. La Russia sostiene che questo nuovo flusso di siriani sia provocato dai ribelli anti Assad, che invitano la popolazione a scappare dalle loro case. La rivolta anti Assad sta subendo significative perdite a causa dei bombardamenti russi: due gruppi sono stati distrutti dai missili lanciati dagli aerei di Mosca, come rivendicato dal ministero della Difesa, con tanto di video. L’esercito russo ha comunque rimarcato di aver colpito anche postazioni dell’ISIS.

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L’azione militare della Russia è partita, tra lo scetticismo e la contrarietà della comunità internazionale, verso l’inizio dell’autunno, e prosegue ormai da diversi mesi. Dopo l’intensificazione seguita all’esplosione dell’areo Metrojet, fatto deflagrare in volo da una bomba rivendicata dall’ISIS, i bombardamenti russi hanno provocato un’avanzata del fronte che sostiene Assad. L’assedio ad Aleppo è stato lanciato dall’esercito siriano, sostenuto dalle milizie sciite di Iran e Hezbollah, dopo che le bombe russe hanno distrutto molte postazioni dei ribelli sunniti. Assad non è ritornato ancora al controllo della maggioranza del territorio siriano, ma l’intervento di Putin ha oggettivamente ribaltato i rapporti di forza in campo.

Nell’estate del 2015 il dittatore siriano, che ha perso all’ISIS una parte significativa del territorio al confine all’Iraq ormai da un paio d’anni, sembrava sul punto di cadere, mentre ora appare più forte rispetto ai ribelli sunniti, sostenuti in diverso modo da Turchia e dalle monarchie arabe del Golfo. I successi dei bombardamenti russi hanno impedito la convocazione di una conferenza di pace, visto che il fronte anti Assad ritiene possibile avviare la fine delle ostilità solo se Putin sospenderà la sua campagna militare in Siria.

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