Salvabanche, ecco i criteri per il rimborso degli obbligazionisti truffati

09/02/2016 di Redazione

Salvabanche. Quali risparmiatori truffati dalle quattro banche in default (Popolare Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche) verranno rimborsati per primi del capitale perso? A stabilirlo saranno le norme contenute in un decreto legge che arriverà domani in Consiglio dei Ministri, contenente tutte le disposizioni sul credito.

 

Salva-banche, storie di chi ha perso tutto

 

SALVABANCHE RIMBORSO CRITERI, ARRIVA IL DECRETO

Gli scogli per mettere a punto le regole per il rimborso degli obbligazionisti sembrano essere stati superati nelle ultime ore. Essi riguardavano i criteri di accertamento in sede arbitrale della violazione degli obblighi di informazione, diligenza, trasparenza e correttezza imposti dal Testo Unico della Finanza. Il ddl dovrebbe mettere in campo 8 indici presuntivi e 9 elementi di valutazione. Ne parla oggi Giovanni Negri sul Sole 24 Ore:

La bozza sul punto mette così in campo 8 indici presuntivi e 9 elementi di valutazione rilevanti. Con un massimo di rimborso possibile fissato al momento in 100mila euro; tetto determinato per una ragione di coerenza del sistema: a 100mila euro è fissato infatti il limite di garanzia dei depositi assicurato dal Fondo interbancario (tra l’altro in Consiglio dei ministri sbarcherà anche il decreto legislativo che rivede modalità e consistenza del finanziamento del consorzio sALVABAdi banche che aderisce al Fondo e termini e procedure di rimborso). Quanto a indici presuntivi ed elementi di valutazione, tenuto conto che l’Anac dovrà definire delle linee guida per rendere omogenea l’attività interpretativa da parte dei collegi arbitrali, va sottolineato l’ampio spettro di casi previsti. Con diversa forza rispetto ai margini di manovra degli arbitri della Camera Anac: in cima alla lista, tanto da escludere qualsiasi possibilità di prova contraria, c’è la mancanza del contratto scritto con oggetto la prestazione dei servizi e delle attività d’investimento o, sullo stesso piano, il mancato adeguamento del contratto alle modifiche normative intervenute nel frattempo.

SALVABANCHE RIMBORSO CRITERI, COSA PESERÀ

Tra i criteri – spiega anocra Negri sul Sole 24 Ore – viene stabilito che le operazioni di investimento anteriori al 2 novembre 2007, data dell’entrata in vigore della disciplina attuativa della direttiva Mifid, sarà rilevante la mancanza di informativa preventiva scritta sul conflitto d’interessi connesso all’operazione. Per le operazioni successive al 2 novembre 2007, invece, avrà un peso la mancanza di adeguata informativa all’investitore. Tra le presunzioni prese in esame per scremare la platea degli aventi diritto al rimborso c’è poi la mancanza di una chiara, non fuorviante, informativa sulla natura dei servizi e attività di investimento prestati, sulle caratteristiche delle obbligazioni subordinate e sui rischi connessi. Peserà poi anche l’eventuale attribuzione da parte della banca di una qualifica di investitore professionale senza che ve ne fossero le condizioni. Così come peserà anche l’attribuzione da parte della banca, non giustificata da criteri oggettivi, di una rischiosità agli strumenti finanziari di propria emissione inferiore rispetto a quella attribuita ad un analogo prodotto emesso da un soggetto terzo. Sarà valutata poi la presenza di misure di incentivazione del personale dell’istituto di credito allo scopo di distribuire gli strumenti finanziari subordinati di propria emissione. Infine, avrà un peso pure – conclude Negri sul Sole 24 Ore – la concentrazione elevata (superiore al 20%) in strumenti finanziari subordinati emessi dalla banca rispetto al patrimonio complessivo, rappresentato dalla liquidità e dal portafoglio in strumenti finanziari, detenuto per conto dell’investitore al momento della conclusione dell’operazione.

(Foto di copertina: ANSA / FRANCO SILVI)

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