Massimo Giannini a muso duro: “La Rai mi può licenziare, il Partito democratico no” – VIDEO

02/02/2016 di Redazione

Non spetta alla politica decidere i palinsesti, non spetta ai partiti decidere chi può lavorare nella più importante azienda culturale di questo Paese. A meno che non si debba dare ragione a Roberto Saviano quando scrive ‘ciò che sotto Berlusconi era inaccettabile, adesso è grammatica del potere’. La Rai mi può licenziare, il Partito democratico – con tutto il rispetto – proprio no“. Massimo Giannini replica così, all’inizio della puntata di questa sera di Ballarò su Rai3 al dem Michele Anzaldi, componente della commissione di Vigilanza, che una settimana fa l’aveva attaccato dopo la puntata dedicata a Banca Etruria. In quell’occasione Giannini aveva usato la metafora “qualche rapporto incestuoso in questa vicenda c’è”, scatenando polemiche durissime nel Partito democratico con Anzaldi che aveva invocato provvedimenti nei confronti del conduttore.

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MASSIMO GIANNINI REPLICA AD ANSALDI: “NON SO SE RIDERE O PIANGERE”

Il giornalista ha parlato di reazioni dei parlamentari del Partito democratico “innescati, come spesso succede, dal membro della commissione di vigilanza Michele Anzaldi durante questa settimana, io onestamente non se ridere o piangere. Anzaldi mi accusa di aver offeso il ministro Boschi. Per l’appunto per quella formula ormula incestuosi, per definire il pasticcio che si è creato tra management, politica, massoneria e finanza intorno alla Banca popolare dell’Etruria. Altri esponenti del Pd più generosi mi offrono almeno una scappatoia: ‘Giannini chieda scusa'”.

(in copertina foto ANSA/GIORGIO ONORATI)f

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