Roberto Morassut: “Ripartiamo dal buono della giunta Marino e dalla Roma civica nel Pd”

Le primarie che porteranno la capitale alle elezioni Roma 2016 sono ormai competitive: con la presenza dell’ex assessore delle giunte Veltroni Roberto Morassut, il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti ha un avversario che dovrebbe garantire l’affluenza ai gazebo e, ragionano dalle parti del Pd Roma, una sfida reale. Il parlamentare del Partito Democratico aprirà oggi la sua campagna per le primarie nel quartiere popolare di Primavalle.

ROBERTO MORASSUT: “RIPARTIAMO DAL BUONO DELLA GIUNTA MARINO E DALLA ROMA CIVICA NEL PD”

Intervistato da Simone Canettieri sul Messaggero nella Cronaca di Roma, Morassut inizia ad impostare la sua linea politica; importanti i passaggi sulla giunta Marino e sul “volto” da dare al Partito Democratico di Roma nella corsa elettorale, un percorso che porti ad una fortissima presenza “civica” nella lista del Pd della città.

Roberto Morassut, deputato ed ex assessore all’urbanistica, da oggi è in campagna elettorale per le primarie del Pd. Torna in Campidoglio dopo 8 anni?
«In questi anni non ho mai smesso di occuparmi di Roma. L’ho fatto da parlamentare e più di recente ho scoperto la voglia di mettere per iscritto idee, pensieri e anche la rilettura di storie della città».
I tempi sono molto cambiati, dal 2008 a oggi.
«Chiunque sarà eletto sindaco avrà davanti un compito gravoso. Roma vive uno dei momenti più difficili della sua storia contemporanea. Forse il più difficile. Oggi i romani non riconoscono più quel colle come un luogo rappresentativo ed efficiente».
Peraltro si arriva dalla traumatica conclusione della giunta Marino. Come la valuta?
«Un’esperienza contraddittoria, minata dalla crisi interna del Pd e da una certa astrattezza nell’azione amministrativa. Però anche cose positive, in primis la chiusura di Malagrotta».
Quanto peserà sulla campagna il processo Mafia Capitale?
«Dipende dal Pd. Se sapremo presentare la nostra vera faccia. Quella buona, civica e aperta e chiedere scusa ai romani per i nostri errori il nostro popolo non tarderà a riavvicinarsi».
Riuscirà a sfuggire alle vecchie sfide tra correnti?
«Ho fatto una battaglia aperta nel mio partito contro un certo andamento recente delle cose e che oggi, molte persone mi riconoscono. Forse per questo, in questi giorni, ho ricevuto tante sollecitazioni da persone semplici che mi hanno spinto a partecipare in prima persona».

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Il centrosinistra, però, si avvia alle elezioni in ordine sparso.
«A Roma le forze democratiche possono vincere e governare solo e sempre con uno schieramento che vada dalla sinistra più radicale alle forze democratiche più moderate. A Sel dico: non esponete Roma ad un rischio di ritorno a destra o nelle mani di forze populiste. Al Pd dico: la vera lista civica delle elezioni deve essere il Pd».
Come pensa di risollevare l’istituzione Campidoglio?
«Ho una mia idea e l’ho avanzata con una proposta di legge. Fare di Roma una Regione, nel quadro di una riforma del regionalismo italiano».
Perché ha scelto di inaugurare la sua corsa a Primavalle?
«È il quartiere da cui è partita la lotta, nel dopoguerra, per il riscatto della periferia. Per combattere il degrado la gente si dette da fare da sola,. Oggi bisogna ripartire da lì. Dal protagonismo di quei 500 mila romani che ogni giorno si impegnano per fare assistenza sociale, cultura, formazione, manutenzione urbana».

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