I capitali stranieri tornano in Italia (e non c’entrano i condoni)

01/02/2016 di Redazione

I capitali stranieri tornano in Italia perché gli investitori cominciano a credere nel nostro Paese e scommettere sulla crescita della nostra economia. A spiegarlo è oggi Il Sole 24 Ore, citando i dati ottenuti in anteprima dalla banca dati Zephyr. Il valore degli investimenti in ingresso sarebbe passato dai 51,3 miliardi del 2014 ai 74,4 del 2015. Scrive Micaela Cappellini:

Lo dimostrano i numeri (in anteprima per Il Sole-24 Ore) della banca dati Zephyr di Bureau van Dijk, che ha appena completato il conto di tutte le operazioni di M&A – anche quelle piccolissime – portate avanti dai capitali stranieri in Italia nel 2015. Quelle fatte e quelle per le quali è stata fissata la data di completamento. Non solo il valore totale degli investimenti in ingresso è aumentato sensibilmente dai 51,3 miliardi del 2014 a ben 74,4 miliardi. Ma soprattutto, il 58% di questi – cioè 43,5 miliardi di euro – sono rappresentati da acquisizioni di minoranza. Significa che più della metà degli stranieri che investono nel nostro Paese non cercano know how da portarsi via.

«Questi dati dimostrano che è in atto una fortissima ripresa dell’M&A in Italia – sostiene Leonardo Etro, professore di Finanza aziendale alla Bocconi nonché direttore dell’area Accounting e Finanza della Sda Bocconi -. Una percentuale così alta di capitali esteri che rilevano una quota di minoranza nelle imprese italiane sono la dimostrazione che questi investitori credono nel nostro Paese e vogliono portare capitali per lo sviluppo e per la crescita delle aziende target».

Dunque, gli investimenti non sarebbero stati frenati né dai dati sulla variazione del pil ancora modesti (crescita nel 2015 sotto l’1%) né dalla volatilità del mercato azionario. Va però sottolineato che i capitali stranieri si sono concentrati in una sola parte del paese (l’88% in Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio). La maggior parte del denaro (oltre 10 miliardi di euro) arriva dagli Stati Uniti. Seguono l’Olanda (9,4 miliardi) e la Norvegia (8,9). Dalla Gran Bretagna e dalla Cina sono arrivati rispettivamente 3,3 e 3,2 miliardi.

(Foto: ANSA / LUCIANO DEL CASTILLO)

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