Sondaggi Referendum costituzionale, il sì alla riforma del Senato al 60-70%. Tutti i numeri

27/01/2016 di Donato De Sena

Gli italiani intenzionati a recarsi alle urne il prossimo autunno per esprimersi sull’abolizione del Senato sono nettamente favorevoli alla riforma. A rivelarlo sono i primi sondaggi sul quesito costituzionale, realizzati negli ultimi giorni da quattro diversi istituti demoscopici. Stando ai numeri di Demopolis, Index Research, Emg Acqua e Ipsos (che effettuano rilevazioni rispettivamente per il programma Otto e Mezzo, per Piazza Pulita, il tg di La7 e la trasmissione DiMartedì) i «Sì» al referendum, se si votasse oggi, si avvicinerebbero o supererebbero il 60% dei consensi.

 

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SONDAGGI REFERENDUM COSTITUZIONALE, I «SÌ» NETTAMENTE IN VANTAGGIO

Più nel dettaglio, Demopolis (nel sondaggio realizzato tra il 9 e l’11 gennaio e reso noto luned’ 11 ad Otto e Mezzo) ha stimato l’affluenza al 45%, i «Sì» al 60%, i «No» al 21 e gli elettori indecisi al 19. Index invece (nel sondaggio realizzato tra il 15 e il 20 gennaio reso noto nel corso di Piazza Pulita, su La7, giovedì 21) ha indicato al 45% la quota di elettori intenzionati ad andare a votare sulla riforma del Senato (proprio come Demopolis), al 20% la quota di elettorato che non intende esprimersi e al 35% coloro che non sanno o non rivelano se si recheranno o meno ai reggi. Di quel 45%, poi, il 60% si è dichiarato favorevole alla legge costituzionale, il 28% contrario e il 12% si è detto indeciso o non ha fornito risposta. Poi Emg: l’istituto di Fabrizio Masia (nella rilevazione del 23-24 gennaio diffusa lunedì 25 nel corso del Tg La7) ha stimato al 69,9% chi vuole approvare la riforma e al 30,1% i contrari (con un tasso di affluenza al 47,2% e di indecisi al 50,7). Ipsos, infine, con il sondaggio del 25 gennaio ha segnalato al 55% la quota di coloro che non andrebbero a votare, all’8% gli indecisi, al 22% i «Sì» e al 15% i «No» alla legge costituzionale.

 

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Il quadro è apparentemente complesso, ma diventa molto più chiaro osservando le percentuali di favorevoli e contrari al referendum ricalcolate al netto del dato di indecisi e astenuti. Il fronte del «Sì» alla riforma in questo caso sale al 74% nel caso di Demopolis, al 68 nel caso di Index e al 59,5% nel caso di Ipsos. I «No» scendono invece rispettivamente al 26, al 32 e al 40,5%.

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Ma come vanno interpretati questi numeri? È certamente presto per azzardare un risultato, ma va rilevato che se l’esito del voto confermasse le prime rilevazioni il governo trarrebbe dalla consultazione una forte iniezione di fiducia. È noto che il presidente del Consiglio ha garantito la fine della sua esperienza a Palazzo Chigi in caso di sconfitta: un 60% di consensi favorevoli alla riforma più importante degli ultimi anni finirebbe per indebolire solo i promotori del quesito referendario.

Non mancano le incognite. Le percentuali delle persone che oggi si dicono intenzionate a recarsi alle urne è ancora bassa e non è irrisorio il numero di elettori indecisi se andare a votare o meno di elettori indecisi su cosa votare. Insomma, non è escluso che l’attuale e netto margine di vantaggio dei «Sì» possa nei prossimi mesi assottigliarsi. A quel punto l’esito del voto non sarebbe del tutto scontato come appare oggi.

(Foto di copertina: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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