Elezioni Roma 2016, Giorgia Meloni apre alle primarie del centrodestra

Mentre il centrosinistra è alle prese col problema di trovare una candidatura anti-Giachetti in vista delle Elezioni Roma 2016 il centrodestra sembra pronto alle consultazioni: si faranno le primarie per il centrodestra in città? Soprattutto dopo l’uscita di un sondaggio che vede ben affermati i leader che potrebbero correre alle consultazioni, sembra che possa essere una strada praticabile: ad aprire è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e possibile candidato in corsa per le consultazioni.

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ELEZIONI ROMA 2016, IL CENTRODESTRA FARA’ LE PRIMARIE?

Simone Canettieri sulla cronaca di Roma del Messaggero ci spiega.

E’ bastato un sondaggio positivo (Marchini al 33%, Meloni al 30 e Storace al 29) a smuovere le acque nel centrodestra. Per la prima volta l’apertura della Meloni è proprio per le primarie. Ma a tre condizioni: niente doppio turno all’americana ma solo gazebo stile Pd, partecipazione solo per «chi dichiara di condividere i principi e i programmi della coalizione» (messaggio a Marchini) e infine la «discontinuità con le esperienze fallimentari del passato già bocciate dagli elettori» (carineria per Storace e Alemanno). Al di là del metodo della conta, la proposta di Meloni apre un’altra breccia. Anche se, come dice la leader di FdI, dovranno essere d’accordo anche gli altri alleati, Lega e Forza Italia. L’ex ministro della Gioventù nel lanciare le primarie non ha detto se si candiderà. C’è chi dice di no. Perché se dovesse farlo, essendo una leader di coalizione, gli azzurri spingerebbero per l’incoronazione diretta (Giovanni Toti: «Se Giorgia c’è, si vota lei e basta»). Francesco Storace, capo de La Destra, è in campo. E rilancia: «No a scontri fratricidi». Domenica intanto annuncerà che è pronto a correre. Il senatore ex Ncd Andrea Augello, animatore di Cuori italiani, fa notare: «Ora serve un tavolo romano utile per iniziare a ragionare». Ma l’apertura della Meloni apre un dibattito. Che va a ingrossare, per molti, il fiume di Marchini. L’imprenditore tace («Ho preso spunto dalle campagne elettorali di Berlusconi: parlo nel rush finale»), lavora al programma della sua lista civica con il cuore al motto «serve una fase costituente per la città, niente somme algebriche dei partiti».

 

 

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