Il Movimento e il mirino sul magistrato Rossi per colpire il ministro Maria Elena Boschi

Attaccare il magistrato Roberto Rossi per non mollare la presa sul ministro Maria Elena Boschi: è questo il nuovo leitmotiv che parte dal Movimento 5 stelle. Una strategia che ha preso forma ieri, durante il sin-in pentastellato ad Arezzo sulle vicende di Banca Etruria, con Alessandro Di Battista in prima linea. «Era fino a poco tempo fa consulente del governo, ha indagato il padre del ministro Boschi archiviando tutto ed è diventato subito dopo procuratore ad Arezzo», ha tuonato il romano nella aretina piazza San Jacopo. Così, per non mollare la presa sul lavoro fatto sul Ddl Salvabanche, i grillini levano dal cilindro il problema dell’onesta nella magistratura. Qualcosa che non suona nuovo nel panorama politico italiano. E Rossi finisce nel mirino.

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M5S E L’ATTACCO A ROSSI PER L’INCHIESTA SU BOSCHI

Riporta La Stampa che descrive la manifestazione di Arezzo:

«Rossi che è andato al Csm a dire di non aver mai conosciuto Boschi, mentre adesso si scopre che ha archiviato un’inchiesta su Boschi. I cittadini truffati – dice il parlamanetare grillino – si meritano che a indagare sia un magistrato al di sopra delle parti». Il riferimento è una vecchia vicenda della compravendita immobiliare di una tenuta nella campagna aretina. Un fascicolo aperto da Rossi con l’ipotesi di turbativa d’asta, poi modificata in estorsione. Un testimone aveva raccontato a Rossi che Boschi pretese il pagamenti di 250mila euro in contanti per vendere un appezzamenti di terreno della tenuta. L’inchiesta viene infine archiviata a novembre 2013, poco prima che Rossi venga nominato procuratore capo di Arezzo.

Rossi è oggetto di un procedimento del Csm per un presunto conflitto d’interesse in relazione all’incarico di consulenza ricevuto dal governo. Come riporta La Stampa il procedimento era già in via d’archiviazione ma il Csm ha deciso di congelare tutto dopo le rivelazioni dell’inchiesta del 2013 riportate su Panorama. Ed è lì che battono i grillini. Anche se avere con una indagine non equivale a conoscere personalmente gli individui coinvolti in un’inchiesta i pentastellati insistono.
Onestà, onestà per le toghe. E anche attacco a Bankitalia, decreto “salvarisparmi” e dittatura dell’ottimismo. Ieri Di Battista e Di Maio sono stati accolti da qualche centinaio di manifestanti nella piccola piazza aretina. Tanti sì ma non troppi. Il bagno di folla non c’è stato. Quarto pesa ancora sul gradimento pentastellato.

(foto ANSA/ANGELO CARCONI)

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