Ilva, UE apre indagine sul «salvataggio del dinosauro» osteggiato dai colossi dell’acciaio

21/01/2016 di Redazione

Ilva

, la Commissione UE ha avviato un’indagine per valutare se i finanziamenti e i prestiti agevolati concessi all’acciaieria di Taranto infrangano la normativa comunitaria degli aiuti di Stato. Un nuovo problema nei già deteriorati rapporti tra Roma e Bruxelles, sul quale si erano sollevate le proteste delle maggiori industrie siderurgiche europee, che accusavano l’Italia di favorire in modo aperto “un dinosauro dell’acciaio”.

GRUPPO ILVA

L’indagine della DG Concorrenza sull’Ilva era una notizia attesa da tempo, ed è arrivata dopo mesi di critiche aperte da parte dei maggiori colossi dell’acciaio. Il quotidiano tedesco Handelsblatt riferisce sull’azione decisa dall’Antitrust UE, per valutare la compatibilità delle sovvenzioni di circa 2 miliardi concessi all’acciaieria tarantina con la normativa sugli aiuti di Stato disciplinata dall’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. La Commissione indagherà in particolare se l’accesso agevolato al finanziamento accordato all’ILVA per ammodernare lo stabilimento di Taranto conferisca all’azienda un vantaggio indebito precluso ai concorrenti. Una valutazione che terra a conto le esigenze ambientali del nostro Paese, ma che dovrà determinare eventuali distorsioni eccessivi della concorrenza nel mercato siderurgico europeo. Come rimarca la Commissione, data l’urgenza di decontaminare il sito ILVA di Taranto, la decisione della Commissione prevede inoltre garanzie che consentono all’Italia di attuare immediatamente il risanamento ambientale.

ILVA NEWS

Il quotidiano tedesco Handelsblatt rimarca come il caso Ilva abbia generato da tempo una rabbia diffusa tra le maggiori acciaierie europee. Il gruppo Salzgitter ritiene che quello che sta facendo il governo italiano con Ilva sia in contrasto con tutte le regole europee sulla concorrenza. Molti colossi siderurgici continentali lottano da tempo contro l’acciaio importato dai Paesi emergenti, in particolare dalla Cina, che ha prezzi ben più competitivi. Ilva ha una capacità produttiva di circa 12 milioni di tonnellate, scesa nel 2015 a poco meno di 5 , ma che quest’anno dovrebbe salire già a 6. Dal 2013 lo stabilimento è in amministrazione controllata per ammodernarlo dal punto di vista ambientale e mantenere la sua attività, così come l’occupazione. Handelsblatt rimarca come governo Renzi voglia vendere l’acciaieria tarantina il prima possibile, ma solo a garanzia che le 11 mila occupate non perdano il loro posto di lavoro. Per i colossi siderurgici la rivitalizzazione di un simile dinosauro è pressochè impossibile, e mantenere attivo uno stabilimento con una simile capacità produttiva penalizzerebbe ulteriormente le aziende europee, che soffrono per la loro sovrapproduzione e per prezzi in calo.

Photo credit: DONATO FASANO/AFP/Getty Images

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