Il profugo abusato sessualmente da un pregiudicato italiano

19/01/2016 di Redazione

Gli agenti della polizia di Stato hanno rintracciato e arrestato l’autore di abusi sessuali su un giovane rifugiato extracomunitario, commessi di notte presso la stazione di Termini Imerese, in provincia di Palermo. In manette, in stato di fermo, è finito un 23enne pregiudicato. Il giovane dovrà rispondere del reato di violenza sessuale. Il provvedimento è stato convalidato dal gip presso il Tribunale di Termini Imerese, che ha disposto la custodia cautelare in carcere. La vittima è un giovane cittadino extracomunitario. Lo straniero, un 18enne originario del Gambia, da qualche tempo ospitato presso il ‘Cara’ di Mineo, dopo avere fatto richiesta di asilo politico, avrebbe ottenuto un permesso di qualche giorno per incontrare un connazionale a Termini Imerese. Non essendo riuscito nell’intento per cui era giunto nel comune del palermitano, lo straniero, sfiancato dal lungo viaggio, durante la notte del 14 gennaio, avrebbe deciso di trascorrere qualche ora nella sala d’attesa della stazione ferroviaria.

GLI ABUSI

Qui sarebbe stato avvicinato da un giovane che gli si sarebbe seduto accanto, scambiando qualche parola. Non riuscendo a comunicare con il suo interlocutore per la mancata conoscenza della lingua inglese, il termitano avrebbe chiesto ed ottenuto di utilizzare un programma di traduzione estrapolato dal cellulare della vittima e, solo allora, avrebbe chiesto all’interlocutore di consumare un rapporto sessuale. Al netto rifiuto della vittima, sarebbe scattata la brutale aggressione dell’italiano. La vittima, con molta fatica, sarebbe riuscita a divincolarsi ed a raggiungere un automobilista in strada grazie al quale e’ stato contattato il personale del locale Commissariato. In seguito alla denuncia dello straniero, la polizia ha avviato le ricerche che hanno portato alla identificazione del 23enne pregiudicato. Risalire alla sua identita’ e’ stato possibile grazie al profilo social dell’aggressore aperto sul cellulare della vittima, per attivare il programma di traduzione, all’atto dei primi approcci. Lo riportano le agenzie

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