Corsico, le maestre dividono con gli alunni poveri i pasti della mensa

12/01/2016 di Maghdi Abo Abia

Non riuscire a pagare i pasti dei bambini delle elementari a causa della crisi. Questa è la realtà degli studenti della scuola elementare di via Curiel a Corsico, alle porte di Milano, raccontata dal Corriere della Sera, con il Comune costretto a fare i conti con 108 famiglie in difficoltà e non in grado di pagare i conti della mensa e con bambini che iniziano a capire troppo presto le difficoltà del mondo degli adulti.

Corsico
ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

CORSICO, LE FAMIGLIE IN CRISI

Per comprendere quanto sia difficile la situazione, viene raccontata la storia di Loredana, 30 anni, attraverso le sue parole:

«Io oggi ho mandato mio figlio a scuola con un panino. Vuoto. Non avevo niente da metterci dentro. Ho 4 figli piccoli, mio marito è senza lavoro. Due anni fa abbiamo occupato una casa dell’Aler. So di essere nel torto ma non ho alternative. Se andassi a chiedere aiuto ai servizi sociali del Comune mi toglierebbero i bambini»

I morosi a dicembre erano 500. Qualcuno aveva fatto il furbo e non aveva pagato. Dopo essere stato pizzicato e aver versato fino a 5000 euro di arretrati, restano 108 famiglie. Alcuni di loro hanno concordato un piano di rientro, e sono loro quelli più in difficoltà.

 

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CORSICO, IL SINDACO: «SOLUZIONE IN TEMPI RAPIDI»

Il sindaco di Corsico Filippo Errante aveva annunciato di voler aprire un fondo a favore delle famiglie bisognose: «Pro mensa – i bambini non si toccano». L’ufficio legale e contabilità del Comune ha verificato che non è possibile aprire un conto intestato direttamente all’ente, e il sindaco ha risposto che verrà trovata una soluzione in tempi rapidi. Intanto il Comune continua a ribadire il suo no ai pasti per i figli dei morosi. La Camst, in accordo con presidi e insegnanti, ha erogato piatti in più per gestire una situazione che viene ancora definita d’emergenza. Qualcuno si è portato da mangiare da casa, altri invece sono tornati.

CORSICO: NESSUN BAMBINO A DIGIUNO

Si è voluto evitare che qualche bambino potesse restare a digiuno, anche se si è dovuto intervenire per risolvere qualche problema. Spiega un’insegnante dell’istituto di via Curiel dove i maestri si rifiutano di dividere gli alunni tra chi ha pagato e chi no:

 «Nella mia classe ad alcuni bambini è stato servito soltanto il primo. Ovviamente noi insegnanti abbiamo ceduto la nostra parte. Anche i compagni hanno voluto condividere il loro pranzo. Il lato positivo è che stiamo insegnando, loro malgrado, che cos’è la solidarietà»

Manfredo Tortoreto, presidente della scuola elementare Galieli di via Curiel, ha aggiunto:

«I bambini sono profondamente colpiti da quello che sta accadendo. Iniziamo ad ascoltare discorsi sulla colpa e sui soldi, parole che non devono riguardare l’infanzia. Stiamo provocando danni irreparabili»

Da considerare anche un altro tema: Gli alunni possono pranzare a casa solo per questioni di salute. Il tempo pieno delle elementari è costituito da un monte di 40 ore mensa inclusa. I turni degli insegnanti sono basati su questi tempi ed eventuali modifiche avrebbero conseguenze secondo Tortoreto: «Ridurre l’orario portandolo a 30 ore significherebbe creare un problema anche da un punto di vista organizzativo e sindacale»

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